Ilva, chiesto processo per famiglia Riva: ora possono riprovare a patteggiare

di redazione Blitz
Pubblicato il 3 Marzo 2017 - 15:40 OLTRE 6 MESI FA
Ilva, chiesto processo per famiglia Riva: ora possono riprovare a patteggiare

Ilva, chiesto processo per famiglia Riva: ora possono riprovare a patteggiare

TARANTO – Chiesto il processo per la famiglia Riva: i pm di Milano, Stefano Civardi e Mauro Clerici hanno chiesto il rinvio a giudizio per Adriano, Fabio e Nicola Riva, accusati a vario titolo di bancarotta, truffa allo Stato e trasferimento fittizio di soldi all’estero per il crac del gruppo che controllava l’Ilva di Taranto. La difesa ha anche rinunciato al termine di 20 giorni dopo la chiusura delle indagini, per accelerare i tempi, potrà tentare di nuovo la strada del patteggiamento dinanzi al gup.

Già lo scorso 14 febbraio la famiglia Riva aveva avanzato richiesta di patteggiamento, con l’ok dei pm, ma il gip Maria Vicidomini in fase di indagini aveva respinto la richiesta valutando le pene pattuite, dai 2 ai 5 anni, troppo basse.

Il patteggiamento aveva avuto l’ok della procura di Milano, dopo che la famiglia Riva aveva trovato un accordo col governo, annunciato a fine novembre dall’allora premier Matteo Renzi, per rinunciare a contenziosi sul tesoretto di 1,3 miliardi di euro, bloccato in Svizzera dai magistrati federali, dopo il sequestro richiesto nel 2013 dalla giustizia italiana. Soldi che, in base all’accordo, sarebbero potuti essere destinati alla bonifica ambientale dell’impianto di Taranto.

Dopo il no all’accordo, in una nota il gruppo Riva ha comunque confermato “la volontà di fattiva collaborazione con l’autorità giudiziaria di Milano e di Taranto e con il governo per la soluzione delle questioni riguardanti le problematiche Ilva”. La famiglia Riva era proprietaria del 90% del colosso siderurgico, poi sottoposto ad amministrazione straordinaria dopo la crisi provocata anche da un’inchiesta della magistratura per disastro ambientale.

Lo scorso 17 febbraio, solo tre giorni dopo il rigetto da parte del gip dei patteggiamenti, la Procura aveva chiuso le indagini a carico dei tre. In particolare, Adriano Riva, fratello di Emilio, l’ex patron del colosso siderurgico scomparso tre anni fa, è accusato di bancarotta, truffa allo Stato e trasferimento fittizio di valori (davanti al gip aveva chiesto di patteggiare 2 anni e mezzo). Nicola Riva, invece, figlio di Emilio, risponde di bancarotta e per lui era stato respinto un patteggiamento a 2 anni. Fabio Riva, altro figlio di Emilio, è accusato anche lui di bancarotta, ma gli è stata già inflitta una condanna in un procedimento parallelo e puntava a patteggiare 1 anno per il crac in continuazione con altri 4 anni di pena già definitivi.

Dopo la chiusura indagini e il deposito atti per legge sarebbero dovuti passare almeno 20 giorni prima della richiesta di processo, ma i difensori per accelerare i tempi in vista dell’udienza preliminare hanno deciso di rinunciare al termine. Il gip nel rigettare i patteggiamenti aveva scritto che le richieste “non possono essere accolte per assoluta incongruità delle pene concordate (…) a fronte dell’estrema gravità dei fatti contestati”.

Ora in udienza preliminare le difese, con l’accordo dei pm, potranno provare a presentare ancora istanze di patteggiamento, probabilmente ritoccate rispetto alle precedenti.