Ilva di Taranto è ferma. Operai in sciopero a oltranza: presidi e occupazioni

Pubblicato il 27 Luglio 2012 - 09:42 OLTRE 6 MESI FA
(LaPresse)

TARANTO – La salute ha vinto sul lavoro, l’Ilva di Taranto è stata chiusa il 26 luglio dal gip Patrizia Todisco. Gli operai hanno dichiarato sciopero ad oltranza la mattina del 27 luglio dopo l’assemblea dei lavoratori nello stabilimento. Un presidio è stato allestito davanti all’Ilva da migliaia di operai, altri ne saranno allestiti in tutta la città. Le strade statali 100 e 106 sono state occupate. Gli operai chiedono che il premier Mario Monti intervenga sulla vicenda.

All’assemblea erano presenti i segretari generali di Uilm, Fiom e Fim, Rocco Palombella, Maurizio Landini e Marco Bentivoglio. Palombella, durante il suo intervento in assemblea, è stato contestato da alcuni lavoratori. Il sindacalista ha poi regolarmente concluso il suo intervento, ed ha dichiarato: “Io sono legato ai lavoratori dell’Ilva e i lavoratori sono legati a me, ma probabilmente in questa situazione drammatica forse si sentono abbandonati”.

Proseguono intanto i blocchi stradali da parte dei lavoratori dell’Ilv, che stanno inscenando diverse manifestazioni di protesta in seguito al sequestro degli impianti dell’area a caldo da parte della magistratura nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento ambientale.

Oltre al presidio davanti allo stabilimento, ci sono blocchi sulla statale 100 Taranto-Bari, la statale 106 jonica, la strada Taranto-Statte e la città vecchia di Taranto. Le forze dell’ordine sono impegnate a deviare il traffico su strade secondarie.

I sindacati hanno indetto lo sciopero a oltranza dei lavoratori e attualmente all’interno dello stabilimento ci sono solo gli operai impegnati nelle ‘comandante’ per la tutela di alcuni impianti.

Il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, ha dichiarato: “Vorrei ringraziare la magistratura, perché se non si fa luce e giustizia non si risolvono i problemi. E adesso, dopo aver accertato che quella industria inquinava e produceva morti possiamo voltare pagina”.

Stefano ha poi sottolineato: “L’accordo siglato a Roma rappresenta una svolta per il futuro della città. 330 milioni di euro da spendere per le bonifiche, l’ambiente non sono parole e promesse ma certezze”.

Una ”risposta per coniugare bene il diritto alla salute, al lavoro, alla qualità della vita”. Per il sindaco ”è comprensibile la tensione e la preoccupazione dei lavoratori che temono di perdere il lavoro e io mi sento di esprimere loro la massima solidarietà. Ma deve essere chiaro che la magistratura deve andare fino in fondo, accertare i fatti e fare giustizia”.