Ilva di Taranto, perizia medica: “90 morti l’anno per emissioni nocive”

Pubblicato il 2 Marzo 2012 - 17:23 OLTRE 6 MESI FA

TARANTO – “Quasi 90 morti all’anno per emissioni nocive della fabbrica”. Questa la perizia dei medici nominati dal gip Patrizia Todisco sulle emissioni della Ilva di Taranto. Il rapporto parla di 648 ricoveri per patologie cardio-respiratorie ogni anno e di elevato numero di tumori nei bambini. I medici  hanno redatto un rapporto di 282 pagine per determinare eventuali legami tra le emissioni di inquinanti tossici ed il numero di morti e malati per la società del gruppo Riva. Il rione più colpito è il Paolo VI, costruito insieme al polo siderurgico vegli anni ’60 per ospitare i cittadini che dalla campagna arrivavano in città per lavorare come operai.

Il rapporto dei medici parla di una media di 83 morti l’anno tra il 2004 ed il 2010. Media che sale a 91 decessi se si tengono in considerazione anche i quartieri di Tamburi e Borgo, vicini alla fabbrica. I periti scrivono: “L’analisi per i quartieri Borgo e Tamburi mostra che, nonostante la ridotta numerosità, una forte associazione tra inquinamento dell’aria ed eventi sanitari è osservabile e documentabile solo per questa popolazione”.

Il responsabile Qualità e Ambiente dello stabilimento Ilva di Taranto, Adolfo Buffo, ha sottolineato che ”bisogna usare il massimo rispetto e la massima delicatezza nel parlare di dati che parlano di salute, cioè di un tema che riguarda prevalentemente storie personali. Però, la stessa perizia fa riferimento a numeri, stime, statistiche e su queste siamo tutti chiamati a confrontarci parlando anche con un linguaggio tecnico, magari incomprensibile ai più, di incertezze e livelli di probabilità. E, drammaticamente, queste probabilità possono portare a conclusioni molto diverse tra loro e di questo si deve tenere conto prima di emettere facili giudizi”.

Secondo il dirigente dell’Ilva, ”non è emerso un eccesso di mortalità per tumori per le persone che hanno lavorato nello stabilimento che, però, sono stati i più esposti. Non sono stati considerati i fattori di rischio individuali. Ma, soprattutto, sono gli stessi periti che ci dicono che si dovrebbe tenere conto, per una corretta interpretazione dei dati, della riduzione negli anni dei livelli emissivi. Quindi fotografare il passato è diverso che fotografare il presente”. In merito ai dati sulla popolazione da 0 a 14 anni, Buffo rileva che potrebbero risultare preoccupanti, ma ”gli stessi periti parlano di effetto al limite della significatività per i tumori in età pediatrica. Stiamo parlando di bambini ed è giusto essere molto prudenti. Credo – conclude Buffo – sia ambizione di tutti comprendere in profondità questa perizia senza cadere in facili sensazionalismi o in improprie minimizzazioni”.