Imane Fadil, il legale lascia: per lui il caso è chiuso, la famiglia non si rassegna

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Marzo 2019 - 14:28 OLTRE 6 MESI FA
Imane Fadil, il legale lascia: per lui il caso è chiuso, la famiglia non si rassegna

Imane Fadil, il legale lascia: per lui il caso è chiuso, la famiglia non si rassegna

ROMA – Ha lasciato il mandato difensivo l’avvocato Paolo Sevesi, che rappresentava i familiari e un amico di Imane Fadil, una delle testi chiave del caso Ruby morta in circostanze misteriose l’1 marzo scorso. Il difensore stamani si è presentato dai pm per formalizzare la rinuncia all’incarico per contrasti sulla linea nelle indagini con la famiglia della modella.

Il legale, infatti, anche ieri dopo gli esiti delle analisi che hanno escluso la presenza di radioattività sul cadavere, aveva detto: “E’ meglio per tutti, per Imane e per la sua famiglia. Alla fine vuol dire che in giro c’è un cattivo in meno”. I familiari, invece, con una serie di dichiarazioni in questi giorni hanno sempre insistito chiedendo “verità” sul caso Fadil. Intanto, è improbabile che l’autopsia possa essere effettuata già domani e dovrebbe slittare a lunedì prossimo.

L’avvocato, che rappresentava fino a stamani i fratelli, la madre e un amico di Fadil (quest’ultimo è la persona che ospitava la ragazza dallo scorso autunno) ha chiarito ai cronisti in Procura che la sua linea è sempre stata quella di seguire passo passo le indagini del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dei pm Luca Gaglio e Antonia Pavan, che stanno cercando di fare luce sulle cause della morte della 34enne.

Lo stesso difensore ha più volte manifestato la “speranza” che dagli accertamenti emerga che la modella non sia stata avvelenata. E ha raccontato che Imane già l’11 gennaio scorso, tre giorni prima dell’udienza sul caso Ruby ter in cui venne estromessa da parte civile nel processo a Berlusconi e altri, gli aveva inviato un messaggio dicendogli “oggi non mi sento bene”. E poi anche il giorno dell’udienza si sentiva male. Fu ricoverata il 29 gennaio all’Humanitas. Dall’altro lato, invece, i familiari di Fadil hanno più volte ribadito la necessità di indagare per arrivare “alla verità” e trovare il presunto colpevole dell’avvelenamento.

Nel frattempo, gli inquirenti stanno aspettando gli esiti delle analisi del Centro ricerche Casaccia dell’Enea da cui dovrà arrivare la conferma sull’assenza di radioattività nei tessuti degli organi prelevati due giorni fa. L’assenza di evidenze di radioattività è stata già certificata dagli esperti dell’Arpa di Milano e dell’istituto di Fisica dell’Università Statale.

Dopo la conferma dell’Enea, si potrà eseguire in condizioni di ‘normalità’ l’esame autoptico nel quale dovrebbero diventare essenziali per far luce sul caso gli esiti delle analisi tossicologiche. Si cercherà di accertare se i metalli, tra cui il cadmio e l’antimonio, rintracciati in percentuali di parecchio al di sopra della norma nelle urine e nel sangue di Imane Fadil, siano stati letali. I pm andranno avanti su questa strada senza escludere, però, anche quella della malattia rara, autoimmune. (fonte Ansa)