Imane Fadil, giallo sui metalli presenti nel sangue. Tra mercoledì e giovedì l’autopsia

di Gianluca Pace
Pubblicato il 17 Marzo 2019 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA
Imane Fadil, giallo sui metalli presenti nel sangue. Tra mercoledì e giovedì l'autopsia (foto Ansa)

Imane Fadil, giallo sui metalli presenti nel sangue. Tra mercoledì e giovedì l’autopsia (foto Ansa)

di Gianluca Pace ROMA – Quattro i metalli che sono stati trovati nel sangue di Imane Fadil, una delle testimoni chiave del processo sul caso Ruby, morta lo scorso primo marzo dopo una lunga agonia. Morte su cui aleggia il sospetto dell’avvelenamento. 

Quattro, dunque, i metalli trovati: cobalto, cromo, nichel e molibdeno.

Da quanto è stato riportato dall’agenzia “Ansa” il primo sarebbe stato presente con un quantitativo di 0,7 microgrammi per litro. Valore molto basso se si pensa che il livello di minimo di tossicità è di 41 microgrammi per litro. Ad ogni modo, il cobalto potrebbe presentare degli indici di radioattività, ma il Centro di Pavia non effettua questo tipo di misurazioni.

Il Centro Antiveleni dell’Irccs Maugeri di Pavia, che si è occupato del caso, precisa il direttore Carlo Locatelli, “non identifica radionuclidi e non effettua misure di radioattività”. E che la consulenza tossicologia richiesta dalla clinica dove era ricoverata Fadil riguardava “il dosaggio dei metalli”. 

Nella nota, il professor Locatelli ha voluto precisare: “Campioni biologici della paziente sono stati inviati al Centro dall’ospedale in cui si trovava ricoverata, per esami e consulenza tossicologica. È stato richiesto il dosaggio dei metalli, ossia la loro individuazione in liquidi biologici, attività che è stata effettuata, e il cui esito è stato trasmesso alla struttura che lo aveva richiesto. Esito che era ed è evidentemente protetto da privacy”. “Con riferimento al sospetto avvelenamento e alle notizie stampa diffuse – prosegue la nota – è opportuno ricordare che il Centro Antiveleni dell’Irccs Maugeri di Pavia non identifica radionuclidi e non effettua misure di radioattività”. “Anche in considerazione della notizia di un’inchiesta disposta dall’Autorità giudiziaria – conclude il comunicato – il Centro Antiveleni dell’Irccs Maugeri Pavia non fornirà alcuna ulteriore dichiarazione”.

Per Maurizio Soave, esperto del Centro antiveleni del Policlinico Gemelli di Roma, il quadro clinico “è compatibile con un avvelenamento da sostanze radioattive”. Lo stesso Soave tuttavia non esclude che l’autopsia possa evidenziare una qualche patologia tumorale inizialmente non rilevata.

La donna, rileva Soave, “secondo quanto reso noto presentava una condizione di aplasia midollare; questo vuol dire che il midollo non è più in grado di produrre le cellule sanguigne, ovvero globuli rossi, globuli bianchi e piastrine”. La causa più comunque di tale condizione, spiega l’esperto, “è legata alla presenza di una patologia tumorale, in particolare tumori del sistema emapoietico. Sulla base dei dati noti, la presenza di un tumore nella donna era stata esclusa. Tuttavia – precisa – l’autopsia potrebbe anche rivelare una qualche forma tumorale non precedentemente evidenziata”. Altra causa dell’aplasia midollare, chiarisce, “è l’avvelenamento da sostanze radioattive, o attraverso l’ingestione o attraverso l’irraggiamento. Ma in quest’ultimo caso sarebbe necessario un contatto con elementi radioattivi ad alta dose, una evenienza oggettivamente difficile”. “Sarà anche importante attendere i risultati relativi alla presenza di metalli nei campioni di sangue della donna. Anche in questo caso – conclude Soave – si tratta di sostanze di difficile reperimento e certamente non disponibili nei normali circuiti”.

A fare luce sulla misteriosa morte di Fadil saranno solo gli esiti dell’autopsia che avverrà tra mercoledì e giovedì.

Fonte: Ansa.