Il sindaco di Lampedusa: “L’isola è al collasso”

Pubblicato il 16 Febbraio 2011 - 12:33 OLTRE 6 MESI FA

LAMPEDUSA (AGRIGENTO) – E’ ”preoccupato” il sindaco di Lampedusa, Bernardino De Rubeis, secondo cui l’isola ”è al collasso” dopo l’ondata di sbarchi di immigrati dalla Tunisia. ”C’e ne sono ancora 1800 e bisogna fare di tutto – dice – per accelerare il loro trasferimento. Il fatto che siano saltati, come pare, i quattro voli in programma oggi mi preoccupa molto”. ”Per ora non ci sono problemi di ordine pubblico e tutti si comportano bene, tranne qualche caso isolato, ma l’isola è piccola e questa situazione non può essere sostenuta ancora per molti giorni”, prosegue il sindaco che giovedì parlerà di tutto questo in un incontro a Roma con il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Il sindaco De Rubeis parla anche di un ”problema igienico-sanitario” nel centro di accoglienza di Lampedusa, che ospita quasi tutti i 1800 tunisini, legato al fatto che non è ancora giunta la grande cisterna con l’acqua: ”Tra le altre emergenze, dunque, abbiamo anche quella idrica. Senza parlare della protesta dei pescatori che dura ormai da venti giorni contro ‘il caro gasolio’ e che per domani minacciano di bloccare porto e aeroporto se non verranno accolte a livello nazionale le loro giuste richieste”. Riguardo alla situazione nel paese, che è letteralmente ”invaso” dai tunisini, il sindaco mette l’accento sullo ”spirito di accoglienza degli abitanti di Lampedusa, che sono abituati, ma l’isola non può reggere a lungo questa presenza massiccia di extracomunitari. Lampedusa può essere solo un luogo di transito”.

Secondo il primo cittadino di Lampedusa, non solo l’isola deve essere preoccupata di questa ondata di sbarchi (”che con l’arrivo della bonaccia potrebbe riprendere”), ”ma tutta l’Europa, e in particolare preoccupato deve essere l’amico Sarkozy perché l’80% di loro vuole andare in Francia”. ”Noi – continua – stiamo cercando di portare avanti vari atteggiamenti per mantenere la pace e la tranquillità ed anche dall’altra parte, cioè dalla parte dei tunisini presenti sull’isola, c’è collaborazione e rispetto. E’ vero, l’altro giorno è stato rapinato del cellulare e ieri un anziano medico è stato in qualche modo costretto, per evitare problemi, a consegnare 200 euro a un gruppo di migranti che lo avevano circondato, chiedendoli i soldi, ma sono solo episodi e finora la convivenza non ha creato problemi. Tuttavia – ribadisce De Rubeis – la situazione non può contare così ancora a lungo”.