Imola, risultavano in Comune ma erano a casa: denunce

Pubblicato il 5 Giugno 2012 - 14:23 OLTRE 6 MESI FA

IMOLA (BOLOGNA), 5 GIU – Piuttosto che trovarsi regolarmente al lavoro nel loro ufficio di via Boccaccio a Imola trascorrevano gran parte della giornata ''fuori stanza'' dedicandosi a commissioni o addirittura ritornandosene a casa dopo aver smarcato al mattino il bagde. Le protagoniste della vicenda, scoperta dagli agenti del Commissariato di Polizia, sono state tre dipendenti della Provincia di Bologna addette al Centro per l'impiego, dove opera una decina di addetti. Le tre donne, M.D e L.R di 52 anni e M.T. di 45 anni, hanno ricevuto un'informazione di garanzia per truffa aggravata continuata in concorso ai danni dello Stato e la loro posizione e' al vaglio del Pm Antonella Scandellari della Procura di Bologna.

Tutto e' partito nel dicembre scorso quando alcune segnalazioni anonime hanno indotto la Polizia a mettere in campo una serie di appostamenti, pedinamenti e riprese audiovisive che hanno fatto emergere l'organica sistematicita' con cui le dipendenti, tenute ad osservare l'orario settimanale di 36 ore, si assentavano ciascuna da 2 a 4 ore al giorno senza peraltro creare gravi disfunzioni nell'ufficio, e questo potrebbe comportare da parte della Provincia una verifica sulla congruita' dell'organico. Ulteriori accertamenti riguardano la fruizione dei buoni pasto e il rimborso di ore di straordinario avvalorato sempre da un utilizzo assai dubbio del badge, dove peraltro a smarcare non sempre era l'interessata ma una delle colleghe del terzetto. Un comportamento, quello illustrato dal commissario Sergio Culiersi, sistematico, che ha richiesto un notevole impegno da parte della Polizia Giudiziaria e della Scientifica in un ambito di ''mancanza di correttezza dei pubblici impiegati'', sul cui profilo disciplinare interno dovra' poi pronunciarsi l'Ente Provinciale.