In Italia 11 stazioni di Polizia “non ufficiali” cinesi: sorvegliano e rimpatriano dissidenti

Nel mondo ce ne sono 100 in 53 Paesi. In Italia il numero maggiore. Sono state aperte in accordo con le autorità locali.

di redazione Blitz
Pubblicato il 5 Dicembre 2022 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA
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La Cina corre ai ripari e tratta con la Pfizer per avere corsia privilegiata coi vaccini (foto Ansa)

La Cina ha istituito più di 100 cosiddette stazioni di polizia d’oltremare in tutto il mondo. Il loro scopo è di sorvegliare e in alcuni casi rimpatriare i cittadini cinesi che vivono in esilio. Per farlo ha utilizzato accordi di sicurezza bilaterali stipulati con paesi in Europa (inclusa l’Italia) e Africa. Lo affermano gli attivisti della ong Safeguard Defensers, in un rapporto condiviso con la Cnn.

In Italia 11 “stazioni di polizia” cinesi non ufficiali, 100 nel mondo

L’Italia ha “stazioni di polizia” cinesi non ufficiali ed è il Paese con il maggior numero di presenze nella rete di oltre 100 sedi creata da Pechino in almeno 53 Paesi in tutto il mondo. Lo rivela il report della ong spagnola per i diritti umani. Quanto all’Italia, scrive la Cnn, “dal 2015 ha firmato una serie di accordi bilaterali di sicurezza con la Cina” ed “ha ospitato 11 stazioni di polizia cinesi, tra cui Venezia e Prato, vicino a Firenze”.

Pattugliamenti congiunti Italia-Cina

E “tra il 2016 e il 2018 la polizia italiana ha condotto molteplici pattugliamenti congiunti con la polizia cinese – prima a Roma e Milano – e successivamente in altre città tra cui Napoli, dove Safeguard Defenders ha trovato prove di un sistema di videosorveglianza in aree residenziali, ufficialmente per scoraggiare crimini’. Su questo punto, in ogni caso, la Cnn ha ricordato che “indagini locali su una delle stazioni non avevano portato alla luce alcuna attività illegale”.

In aumento i tentativi di reprimere il dissenso ovunque nel mondo

“Vediamo un aumento dei tentativi di reprimere il dissenso ovunque nel mondo, minacciare le persone, molestarle, assicurarsi che abbiano abbastanza paura da rimanere in silenzio o rischiare di essere rimandate in Cina contro la loro volontà”, ha affermato la direttrice di Safeguard Defenders Laura Harth, che cita in particolare il caso di un cittadino cinese costretto a tornare a casa da agenti che lavoravano sotto copertura in un sobborgo di Parigi, espressamente reclutati a tale scopo, e di altri due esuli respinti con la forza in Serbia e in Spagna.

Il governo cinese nega l’esistenza di queste forze di polizia

Il governo cinese, interpellato dalla Cnn a novembre, ha negato di gestire forze di polizia non dichiarate al di fuori del suo territorio. Affermando invece che si tratta di hub amministrativi, istituiti per aiutare gli espatriati cinesi ad espletare alcune pratiche, come il rinnovo della patente di guida.  

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