Incendi Castel Fusano, Procura: “Appiccati dal racket della lucciole”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Agosto 2017 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Incendi Castel Fusano, Procura: "Appiccati dal racket della prostituzione"

Incendi Castel Fusano, Procura: “Appiccati dal racket della prostituzione”

ROMA – Dietro agli incendi di Castel Fusano a Roma ci sarebbe il racket della prostituzione. Questa la pista su cui indaga la Procura di Roma, che ritiene che le fiamme siano per intimorire le prostitute e i transessuali e convincerli a rivolgersi ad un gruppo di protettori.

Michela Allegri sul Messaggero scrive che l’ultimo piromane arrestato, Claudio Marson, ha permesso di tracciare i contorni dell’organizzazione:

“Sono almeno quattro i soggetti coinvolti e hanno compiti specifici: ci sono i coordinatori, c’è il cassiere e c’è persino l’autista. Tre di loro sono finiti in manette, dopo essere stati fermati in flagranza per incendio boschivo. Sono i carabinieri della Forestale di Ostia a ricostruire lo spaccato dell’attività criminale. In un’informativa del 3 agosto scrivono che «i numerosi incendi nella pineta risultano dolosamente appiccati in prossimità di alcove di prostitute nigeriane e di transessuali»”.

Ma l’inchiesta sul racket è scattata con l’arresto di Romano Mancini, 63 anni, lo scorso 17 luglio:

“Mancini è legato a M. F., un sessantenne che, per gli investigatori, sarebbe il dominus dell’organizzazione e che è ancora a piede libero. I due sono in contatto anche con Marson e con Ali Kalel, il trentaseienne iraniano arrestato il 26 luglio. Per l’accusa, sono tutti coinvolti in attività illecite relative alla prostituzione.

Il sessantenne sarebbe il «coordinatore» del racket. Marson avrebbe il compito di trasportare le lucciole a bordo di una Fiat Uno e di realizzare le alcove. Kalel, invece, sarebbe il cassiere, che riscuote i compensi. Il 26 luglio l’iraniano esce di casa con uno zaino in spalla. Resta seduto per una ventina di minuti su una panchina in via di Villa Plinio. Ad un certo punto, arriva la Fiat Uno. Marson è alla guida, un complice sul sedile del passeggero chiama l’iraniano.

«Kalel, ricevuto il segnale, si incammina verso via del Lido di Castel Porziano, direzione Litoranea», annota la Forestale. Entra in un’alcova e dopo qualche minuto si allontana. Il rifugio prende fuoco: il trentaseienne ha attivato un innesco. Viene fermato: nello zaino ha altri due ordigni. Dopo l’arresto di Kalel, «Marson prosegue nel trasporto e nella preparazione delle alcove», continuano i carabinieri, che lo filmano. Il 3 agosto, alle 20.03 entra in una baracca. Poi, sale in auto e si allontana. Dentro al rifugio c’è un innesco incendiato. Il sessantatreenne viene arrestato. Ha usato un foglio di carta: la pagina numero 8 di un volantino pubblicitario. La parte restante dell’opuscolo viene trovata nella sua auto”.