Incendio in via Antonini a Milano, l’ipotesi: rivestimento esterno fatto di materiale “molto combustibile”

Il palazzo di via Antonini a Milano come la Grenfell Tower di Londra: a far diffondere l‘incendio di domenica 29 agosto sarebbe stato il rivestimento esterno. E’ quanto ipotizzato dai vigili del fuoco accorsi domenica sul posto. “Mai vista a Milano una cosa così. È probabile che la facciata fosse fatta di materiale molto combustile“, ha detto Giuliano Santagata, comandante dei vigili del fuoco di Milano. E il professor Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di Milano, conferma: “Posso fare solo delle ipotesi sulla base di quel che vedo e di quel che leggo. Mi viene da dire una cosa: visto che il fuoco pare si sia propagato solo all’esterno, se qualcosa non ha funzionato riguarda esclusivamente l’involucro e in particolare il suo rivestimento. Significa cioè che il sistema di sicurezza interno ha funzionato”, ha detto al Corriere della Sera. 

Ultimo aggiornamento ore 10:38

Incendio in via Antonini a Milano: ‘effetto camino’ sulle fiamme al 15esimo piano

Il rogo si è originato al 15esimo piano del grattacielo di via Antonini Torre dei Moro e poi ha avuto una sorta di ‘effetto camino’: un’area tra l’edificio e i pannelli di rivestimento del grattacielo che ha fatto correre le fiamme e il palazzo si è trasformata in una torcia. E’ quanto hanno accertato al momento investigatori e inquirenti nell’inchiesta. Il fascicolo sarà aperta a breve per disastro colposo (incendio colposo l’altra ipotesi di reato al vaglio).

A farlo divampare, secondo le prime ipotesi, potrebbe essere stato un cortocircuito che potrebbe essersi sviluppato al 15esimo piano, dove si sono originate le fiamme, come dimostra un video agli atti dell’inchiesta realizzato da un residente della zona. Proprio come alla Grenfell Tower di Londra. 

Incendio di Milano: ipotesi rivestimento non ignifugo

Secondo quanto detto dal professor Lucchini, esperto di edifici alti e di questioni legate alla sicurezza e al fuoco, “il rivestimento è stato realizzato con materiale combustibile, in grado di reagire rapidamente all’innesco che, per quanto è dato sapere, pare sia avvenuto a un piano alto”. 

Il fatto, sottolinea Lucchini, è che non esiste il divieto di utilizzare questo tipo di materiali: “Per le facciate è inappropriato e non si concilia con i requisiti di sicurezza rispetto al fuoco previsti dal Ministero dell’Interno per gli edifici civili”, dice, ma non esiste alcun obbligo: “Le linee guida preparate dai Vigili del fuoco per il Ministero, fatte peraltro molto bene, hanno valore di raccomandazione. È però auspicabile che, anche alla luce di questo caso milanese, si acceleri il passaggio a un livello obbligatorio”.

Il docente sottolinea come “la cosa evidente (del rivestimento, ndr) è la sua notevole reattività al fuoco, dato che l’incendio si è esteso in brevissimo tempo ai livelli inferiori di entrambe le facciate principali”.

Inoltre “di norma non c’è la necessità di proteggere le facciate con impianti di sicurezza in quanto i materiali stessi dovrebbero salvaguardarne la sicurezza”.

L’incendio in via Antonini a Milano e la Grenfell Tower di Londra

Il professor Lucchini sottolinea le analogie dell’incendio in via Antonini a Milano con il caso della Grenfell Tower di Londra: “Effettivamente c’è una forte analogia fra i due eventi. Nel caso milanese fortunatamente non vi sono stati problemi di evacuazione grazie al probabile rispetto delle regole costruttive sulla compartimentazione che hanno evitato alle fiamme di aggredire i piani interni. A Londra invece no ed è stata una tragedia”.

Gestione cookie