Inchiesta G8: nell’indagine i nomi di Bondi e Matteoli. I due ministri smentiscono

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 09:09 OLTRE 6 MESI FA

Sandro Bondi, Altero Matteoli e Denis Verdini

Sandro Bondi e Altero Matteoli: sono questi, secondo il Secolo XIX, i nomi dei due ministri su cui si concentra l’attenzione dei magistrati perugini nell’ambito dell’inchiesta sui grandi eventi. La conferma del loro coinvolgimento, secondo il quotidiano, sarebbe arrivata per bocca dell’architetto Angelo Zampolini, l’uomo di fiducia di Diego Anemone per quanto riguardava gli assegni da utilizzare per la compravendita di immobili. Immediata la replica di Matteoli che in una nota diffusa dalle agenzie nella mattinata di venerdì 21 maggio ha smentito di avere soldi all’estero negando, quindi, le ragioni del suo coinvolgimento nell’indagine. Poco più tardi secca smentita anche da parte del ministro Bondi, che, sempre in una nota, risponde con amarezza: “Sapevo di vivere in un paese barbaro e incivile almeno per le persone oneste, ma non fino a questo punto”.

Dopo due ex ministri, Claudio Scajola dimessosi proprio per il suo coinvolgimento nelle indagini e Pietro Lunardi, l’inchiesta continua a puntare al cuore dei palazzi del potere. Nel caso di Scajola, come noto, l’indagine riguarda la sua abitazione nei pressi del Colosseo che, secondo l’accusa, potrebbe essere in parte stata pagata da Anemone. Per Lunardi, Bondi e Matteoli, invece, non si parla di case ma di movimenti bancari da verificare: soldi che, attraverso una filiale Unicredit sarebbero arrivati in Lussemburgo.

Giovedì 20 maggio, intanto, è stato il turno di Armando Coppi, l’autista dell’ex presidente del Consiglio dei Lavori pubblici Angelo Balducci. Coppi, però, ha detto poco o nulla affermando di non sapere nulla “degli affari di Balducci” di non aver mai “partecipato ai suoi incontri riservati”. Coppi, così come il dipendente del Salaria Sport Village Giuseppe Macchia erano stati chiamati in causa da un altro dipendene di Balducci, il tunisino Hidri Fathi. Ma entrambi, con versioni dei fatti sostanzialmente analoghe, si sono dichiarati all’oscuro dei movimenti di Balducci.

I pubblici ministeri Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi, però, non ne sono convinti anche perchè il nome di Coppi compare con grande continuità nei verbali dei Carabinieri che hanno indagato. E compare quasi sempre in situazioni molto riservate, come quando è lui stesso a rispondere ai telefoni di Balducci. Più che probabile, quindi, che Coppi venga nuovamente convocato nei prossimi giorni, anche alla luce degli esiti delle rogatorie provenienti dall’estero e degli accertamenti che la guardia di Finanza dovrebbe consegnare a breve. E le segnalazioni di operazioni sospette non mancano: ce ne sono 8 arrivate dalla Banca d’Italia e riguardano Pierfrancesco Gagliardi, don Evaldo Biasini (detto “don Bancomat”), Antonello Colosimo, Valerio Carducci, Dino e Luciano Anemone, Alida Lucci, Stefano Gazzani e Bruno Ciolfi. E poi i magistrati sono in attesa delle verifiche delle posizioni bancarie di Denis Verdini, Achille Toro Balducci e lo stesso Zampolini.