Inchiesta G8, la Cassazione: “Cricca spregiudicata”

Pubblicato il 18 Giugno 2010 - 20:35 OLTRE 6 MESI FA

Angelo Balducci

“Utilizzazione spregiudicata di un sistema di relazioni professionali e personali” nell’ambito di un “sistema di potere” nel quale, ai pubblici funzionari, “appare normale accettare e sollecitare utilità di ogni genere e natura da parte di imprenditori del settore delle opere pubbliche”. Con queste parole la Cassazione – nelle motivazioni depositate venerdì 18 giugno e relative all’udienza dello scorso 10 giugno che ha traslocato a Roma l’inchiesta fiorentina sul G8, confermando le misure cautelari per gli indagati – definisce gli affari della ‘cricca’, sottolineandone la “complessiva rilevanza penale” e confermando la necessità e “l’urgenza” delle misure cautelari emesse dalla Procura di Firenze per corruzione.

Nel capoluogo toscano, intanto, è continuata l’attività giudiziaria (con perquisizioni e sequestri di files) alla ricerca di prove nuove in grado di radicare la competenza a Firenze perchè la decisione della Cassazione – lo scrivono in sentenza gli stessi supremi giudici – si riferisce “allo stato degli atti” esaminati il 10 giugno e a “imputazioni provvisorie” che potrebbero essere modificate all’udienza con rito abbreviato fissata per il 6 luglio a Firenze. Appare, comunque, in salita la ‘battaglia’ dei magistrati toscani per tenersi l’inchiesta sull’appalto da 200 mln di euro per la costruzione della scuola dei marescialli dei carabinieri.

Ad avviso della Suprema Corte, infatti, l’accordo fiorentino del 18 febbraio 2008 nel quale l’imprenditore Francesco De Vito Piscicelli (in veste di ‘rappresentante’ di Angelo Balducci e Fabio De Santis, gli alti funzionari detenuti a Prato e Sollicciano) ha pattuito con il costruttore Riccardo Fusi un compenso in denaro in cambio del rientro della sua impresa nel cantiere della scuola marescialli, è solo un “tassello” a fronte di una serie di “dazioni” avvenute a Roma. Nella capitale, ricorda in proposito la Cassazione (sentenza 23427), De Santis ha accettato l’orologio da cinquemila euro; la sua stessa nomina a Provveditore delle opere pubbliche per Toscana, Umbria e Marche è maturata a Roma come “corrispettivo” per “l’attività illecita e strumento per proseguire” nell’obiettivo della scuola marescialli. E sempre a Roma si è realizzata la consulenza, dall’importo “in bianco”, per l’avvocato Guido Cerruti. Ma la ‘cricca’, aggiunge la Cassazione, lavorava anche su altri “eventi” non solo su quello che stava a cuore a Fusi.

Insomma, stando così le cose, per i supremi giudici “è conseguente la competenza territoriale dell’autorità giudiziaria dove risultano concretizzati i corrispettivi”. E oggi a Piazzale Clodio sono arrivati, da Firenze, i faldoni di questa inchiesta e il ‘trasloco’ – spiega sempre la Cassazione – riguarda anche la posizione di Piscicelli che aveva chiesto il rito abbreviato e che, secondo la Procura fiorentina, non avrebbe potuto traslocare anche lui. Dunque nella Procura guidata da Giuseppe Quattrocchi non dovrebbe più rimanere nulla. “Probabilmente la Cassazione – ha commentato Quattrocchi – ha individuato l’ipotesi di corruzione contratta a Firenze e poi l’ha proiettata sugli altri fatti che si sono verificati altrove” ma, ha aggiunto, “esiste una problematica giuridica che conosciamo bene e sulla quale la nostra Procura sarà ancora in grado di dire la sua”.