Inchiesta G8, Anemone e Balducci “pilotavano” anche i finanziamenti del cinema

Pubblicato il 12 Marzo 2010 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

Angelo BalducciDiego Anemone e Angelo Balducci, due degli imprenditori coinvolti nello scandalo della Protezione Civile, avevano interessi anche nel mondo del cinema. I due riuscivano anche a “pilotare” fondi pubblici per finanziare progetti cari a persone loro “vicine”.

Il principale referente dei due per i finanziamenti pubblici era Gaetano Blandini, ex direttore generale del ministero dei Beni culturali addetto al settore Cinema. Si tratta di un personaggio molto influente, visto che gestisce un giro di finanziamenti del valore di circa 50 milioni di euro.

La famiglia di Balducci, in particolare, ha parecchi interessi in questo ambiente: il figlio Lorenzo è attore, la moglie Rosanna Thau è una produttrice cinematografica. Gli investigatori hanno scoperto che la signora Balducci, oltre a essere socia di Vanessa Pascucci (moglie di Anemone) nella Erretifilm, è socia anche di Giulio Violati (marito di Maria Grazia Cucinotta) nella società Italian Dreams Factory.

Dalle intercettazioni relative all’inchiesta sulla “cricca” emergono diverse conversazioni che hanno per protagonista proprio Blandini. Ad esempio l’8 luglio Blandini parla al telefono con Anemone, che vuole chiedere un “favore” per l’attore Patrizio La Bella. Il 25 settembre Anemone informa La Bella che riceverà una chiamata da un dirigente del ministero e lo invita a «sbrigarsi» quando riceverà la chiamata. L’1 ottobre Blandini chiama Anemone e gli dice che tutto è filato liscio: «Abbiamo approvato, si sono spicciati…digli che adesso devono essere altrettanto bravi a spicciarsi con la banca». Anemone gira subito l’invito a La Bella.

Balducci invece aveva un rapporto “affettuoso” con Andrea Occhipinti della Lucky Red. Occhipinti è il produttore di film in cui recita Lorenzo Balducci. Dall’indagine vengono a galla telefonate e scambi di sms tra i due. In un messaggio Balducci scrive: «Amore mio non ti preoccupare adesso che ci siamo trovati non ci lasciamo più».

In un’altra telefonata Anemone rimprovera Balducci per un articolo pubblicato sull’Espresso. Nell’articolo appaiono alcune intercettazioni di Blandini, che aveva obbligato un produttore a far lavorare il figlio di Balducci. Anemone dice a Balducci: «Ma che cazzo…ma statti zitto». Balducci però è contento del fatto che il suo nome e quello di suo figlio non compaiono ed esprime il suo sollievo a Occhipinti: «Per fortuna proprio…a parte che non c’è nessun collegamento diretto».