Inchiesta G8, parla Zampolini

Pubblicato il 5 Luglio 2010 - 21:36 OLTRE 6 MESI FA

Claudio Scajola

Claudio Scajola e Diego Anemone ”erano in confidenza” tanto che l’ex ministro e il costruttore considerato figura cardine dell’inchiesta sugli appalti per i Grandi eventi ”si davano del tu”. Particolari che emergono dall’interrogatorio dell’architetto Angelo Zampolini, accusato di avere riciclato denaro che gli inquirenti di Perugia sospettano provenisse dal costruttore. Una ricostruzione verbalizzata il 18 maggio scorso davanti ai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi e ora tra gli atti depositati al tribunale dei ministri del capoluogo umbro.

I magistrati hanno infatti indagato per corruzione l’ex ministro Pietro Lunardi e il cardinale Crescenzio Sepe. I due sono finiti nella bufera per la vendita nel 2004 di un palazzo di Propaganda Fide, quando era guidata dall’attuale arcivescovo di Napoli, all’ora responsabile delle Infrastrutture. A un prezzo considerato ”di favore” dagli inquirenti per i quali ”a fronte di tale acquisto” venne erogato dalla Arcus un finanziamento per un museo in piazza di Spagna.

E’ però soprattutto sull’acquisto di una casa da parte di Scajola, nei confronti del quale la procura perugina non ha formalizzato alcun addebito, che si è concentrato l’interrogatorio di Zampolini. Secondo la ricostruzione dei pm infatti per l’appartamento dell’ex ministro vennero utilizzati assegni circolari provenienti dall’architetto e frutto, è il sospetto, di denaro messo a disposizione di Anemone. E lo stesso successe per immobili di Angelo Balducci e del generale della guardia di finanza Francesco Pittorru.

Zampolini ha spiegato ai pubblici ministeri di non ricordare per quale motivo fu presente alla formalizzazione della compravendita della casa di Scajola con vista sul Colosseo. Riguardo a questo atto ha però sostenuto che il notaio ”certamente non poteva non sapere” che ”valeva di più di quanto dichiarato”.

”Ricordo – ha aggiunto – che a un certo punto il notaio ha pronunciato una frase del tipo ‘regolatevi voi come volete’ o qualcosa del genere”. Secondo l’architetto Scajola e Anemone ”avevano un rapporto diretto” e si erano conosciuti in occasione di lavori in un appartamento di servizio al ministero dell’Interno. Zampolini – è emerso dal suo interrogatorio – aveva invece visto l’ex ministro in occasione di una visita in una casa ”che non gli piacque”, quando vide quella poi comprata e in occasione del rogito.

Zampolini ha però parlato anche di Anemone e Balducci, sostenendo che ”l’esplosione della fortuna commerciale” del costruttore era ”strettamente dipendente” dal rapporto con l’ex presidente del Consiglio dei lavori pubblici. L’architetto, in base alla sua versione, si occupo’ pero’ anche della casa del regista Raffaele Curi nella quale abitò per un periodo in affitto Guido Bertolaso. ”Anemone mi disse che cercava un appartamento (era intorno al 2005-2006) – ha sostenuto – e io l’ho aiutato a trovarlo. Era quello di via Giulia”.

Secondo Zampolini era Anemone a consegnargli i soldi ”per pagare l’affitto”. Nell’interrogatorio c’ è però spazio anche per l’ex ministro Antonio Di Pietro, già sentito come testimone dai pm di Perugia, del quale gli parlò Balducci. ”Angelo mi raccontava – ha messo a verbale – che era piuttosto irruento e impetuoso. Chiedeva a Balducci di trovare un’entratura in Vaticano ma non lo presento”’. Quando è stato sentito, a Zampolini è stata mostrata anche la cosiddetta lista Anemone relativa ai tanti lavori fatti dalle imprese del costruttore. ”Posso riferire – ha sostenuto – che il prof Bologna, forse Luciano è stato un consulente del Provveditorato. E’ coniugato con un giudice donna, sorella di Ettore Figliolia, che ho conosciuto in quanto era il tramite da Balducci e Rutelli per i lavori dei 150 anni”.

Il giudice è Luisanna Figliolia, ora pm alla procura di Napoli ma in passato alla procura di Roma. ”Vedo poi De Nicolo’ – ha aggiunto Zampolini nell’interrogatorio – Ricordo che era un prelato amico di Balducci ed ebbi modo di sapere che fecero dei lavori in via Dandolo. Fiori Alessandra è la figlia di Publio Fiori. Io sono andato una volta per dare dei consigli e so che qualcuno riconducibile ad Anemone vi ha poi fatto dei lavori”.