Incidente in moto, non può più lavorare. “Era meglio se morivo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Ottobre 2016 - 23:41 OLTRE 6 MESI FA
Incidente in moto, non può più lavorare. "Era meglio se morivo"

Incidente in moto, non può più lavorare. “Era meglio se morivo”

VIAREGGIO (LUCCA) – Fa un incidente in moto e resta invalido al 50 per cento. Non può più tornare a fare il muratore, ma non ha nemmeno diritto all’assegno di invalidità. E su Facebook scrive: “Era meglio se morivo”. E’ l’amaro e triste sfogo di Emanuele Gatti, 51 anni, di Torre del Lago (Lucca).

Il 6 giugno del 2015, racconta Roy Lepore sul Tirreno, Emanuele era in sella alla sua moto quando è rimasto coinvolto in un incidente: poi due mesi di ricovero, coma farmacologico e varie operazioni. La moto era sempre stata la sua passione. Lui apparteneva al gruppo dei motociclisti delle Tartarughe Lente, tra cui c’era anche Maria Luisa Carmazzi, una delle 32 vittime della strage ferroviaria del 29 giugno 2009.

E proprio uno degli esponenti più attivi delle Tartarughe Lente, Giuliano Bandoni, ha lanciato l’sos per Emanuele: “Abbiamo informato anche il commissario prefettizio, Fabrizio Stelo, ha detto al Tirreno, uno dei rappresentanti dei motociclisti, noi non lo lasceremo solo”.

Prima dell’incidente Gatti aveva lavorato come muratore presso la dita Etruria e poi con l’impresa edile Palla. Ma dopo l’incidente non può più fare sforzi.

“I titolari della ditta dove lavoravo mi avevano detto che avrebbero trovato una soluzione nel limite del possibile, ma per adesso non è avvenuto, anche se ci spero sempre, ha raccontato Gatti al Tirreno. Mi auguro di riuscire a rimediare a questa grave situazione in cui mi sono trovato”.

Non è in grado di lavorare ma non ha diritto ad assegni di invalidità, visto che è invalido solo al 50 per cento.

“Per alcuni mesi ho avuto la disoccupazione, però adesso non ho nessuna entrata, sono stato anche al patronato Inac per verificare se ci sia la possibilità di avere una invalidità civile e se poter avere l’anticipo della pensione. Ho circa 26-27 anni di contributi, perché fino a quel sabato pomeriggio in cui sono caduto con la moto poco prima della galleria del Cipollaio sulla strada di Arni, avevo sempre lavorato. In questo momento mi sento abbandonato e solo contro questo mondo e soprattutto nella mia città dove sono nato. (…) Non chiedo nulla di importante, solo di poter lavorare, anche se non posso fare determinati sforzi”.