Incidente Roma, la Fiat 500 andava a 100 km/h. Esclusi passaggi ripetuti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Gennaio 2023 - 17:42 OLTRE 6 MESI FA
Incidente Roma, Ansa

(foto Ansa)

Andava a circa 100 km/h l’auto su cui viaggiavano i cinque ragazzi morti nell’incidente avvenuto in via Nomentana, all’altezza di Fonte Nuova.

La stima

La stima è stata fatta dagli inquirenti grazie all’analisi delle telecamere di zona che ha immortalato la Fiat 500 transitata una sola volta in quel tratto di strada. E’ esclusa quindi l’ipotesi di passaggi ripetuti dell’auto. Sul mezzo verrà, comunque, effettuata una perizia per accertare eventuali guasti tecnici prima del tragico impatto. Sulla vicenda la Procura di Tivoli ha avviato un fascicolo per omicidio stradale, al momento contro ignoti, affidando le indagini ai carabinieri.

Incidente Roma, l’unico sopravvissuto: “Una roulette russa. Perché proprio io?”

L’unico sopravvissuto all’incidente è il 21enne Leonardo Chiapparelli.

Il 21enne, ricoverato all’ospedale Sant’Andrea, è ancora sotto choc: “Una roulette russa – le sue prime parole riportate da Repubblica -. Perché io? Sono sopravvissuto, non so come. Ero al centro sul sedile posteriore: i corpi dei miei amici mi hanno protetto”.

 

Le parole del padre di Leonardo

“È vivo – dice il padre di Leonardo, Giuseppe – ma stanotte ho perso cinque figli. Perché sono cresciuti tutti insieme. Si volevano bene, erano come fratelli. Stavano spesso da noi. Non posso pensare al dolore dei genitori. Non si può morire così “. A riportare le parole del padre di Leonardo sono Repubblica e il Messaggero.

“Siamo tutti genitori, i figli sono di tutti. Mio figlio non è in pericolo di vita, per fortuna, ma è distrutto e non si sente fortunato, ha perso tutti i suoi amici, tutti”.

L’uomo spiega inoltre che “gli psicologi hanno deciso di dire la verità” al figlio “con i genitori presenti. Le notizie giravano, anche non veritiere. È sconvolto, erano tutti amici d’infanzia, si conoscevano dall’asilo, hanno fatto il liceo assieme e continuavano a frequentarsi, al calcio con il Tor Lupara, la sera, sempre uniti”. “Le ferite psicologiche sono quelle che dovrà affrontare, i suoi tre amici di sempre, non ci sono più. Erano bravi ragazzi, affiatati, non meritavano questa fine efferata. Mi preoccupa il fatto che debba accettare di essere un sopravvissuto”.