Infanzia: a Milano e provincia oltre la metà dei bambini sono a rischio povertà

Pubblicato il 24 Maggio 2010 - 14:04 OLTRE 6 MESI FA

A Milano e provincia più della metà dei bambini in età prescolare vive in una famiglia la cui condizione economica è caratterizzata da “fatica e fragilità “ed è quindi più esposta al rischio povertà.

Il dato emerge dalla Seconda Relazione Sociale della Provincia di Milano, condotta dell’Istituto per la Ricerca Sociale e dell’Università Bocconi e focalizzata sulla prima infanzia. Stando ai numeri presentati il 24 maggio e relativi al 2009, il 60 per cento degli oltre 227 mila bambini in età prescolare che vivono a Milano e nell’hinterland sono figli di un lavoratore dipendente, il cui stipendio è l’unica fonte di reddito familiare, e abitano in affitto o in una casa di proprietà acquistata attraverso un mutuo.

Una situazione che rende difficile il risparmio e aumenta la fragilità delle famiglie di fronte alle spese quotidiane e agli imprevisti, ed è acuita dalla fase critica del mercato del lavoro. La condizione di disagio più grave riguarda il 10 per cento per cento dei bambini sotto i sei anni. Si tratta di figli di genitori soli, con lavoro precario e instabile, o di immigrati non ancora integrati nel tessuto economico e sociale, il cui reddito complessivo, inferiore ai 14 mila euro annui, non è sufficiente a coprire i consumi necessari, che per quasi i due terzi sono destinati alla casa e all’alimentazione.

A Milano e provincia crescono con “risorse adeguate” sol il 20 per cento dei bambini sotto i sei anni, figli di lavoratori dipendenti, in cui entrambi i genitori lavorano oppure l’unico con un reddito è un quadro o un dirigente. Il 10 per cento poi vive in una condizione di “agio florido”: si tratta dei figli di lavoratori autonomi o imprenditori, che vivono in case di proprietà in zone centrali o residenziali e spendono un quarto del reddito per il tempo libero e lo svago.

Se le famiglie che appartengono a queste ultime due categorie non hanno risentito della crisi, è in aumento – come si legge nella Seconda relazione sociale della Provincia di Milano – il tasso di vulnerabilità dei nuclei familiari con figli piccoli appartenenti alle fasce intermedie, che non hanno finora sperimentato forme evidenti di disagio ma rischiano di andarvi incontro.

Secondo quanto emerge dallo studio, soprattutto le giovani coppie con figli piccoli, che scontano bassi livelli retributivi, forme contrattuali atipiche, un mercato della casa ingessato, devono far ricorso alle risorse messe a disposizione dalla famiglia di provenienza, che riveste un ruolo cruciale nella determinazione del livello di benessere.