Influenza A: morto l’uomo ricoverato a Napoli. In arrivo la macchina antivirus

Pubblicato il 4 Settembre 2009 - 09:10 OLTRE 6 MESI FA

Anche l’Italia conta il suo primo morto a causa dell’influenza A. Non ce l’ha fatta infatti il paziente napoletano di 51 anni ricoverato da giorni all’ospedale Cotugno di Napoli.

Il direttore sanitario dell’ospedale Cotugno, Cosimo Maiorino ha diffuso una breve nota che conferma la morte del paziente: «Alle ore 24,00 – è il testo del comunicato – il paziente è deceduto per sepsi da stafilococco aureo e broncopolmonite complicata da insufficienza renale acuta in paziente con grave cardiomiopatia dilatativa, diabete mellito in oligofrenico con infezione da virus A H1 N1».

l virus è soltanto in parte responsabile del decesso che è stato determinato, soprattutto, dalle gravi patologie che già da diverso tempo affliggevano il paziente. L’uomo, un soggetto oligofrenico, soffriva infatti da tempo di miocardiopatia dilatativa e di una forma molto grave di diabete. Il quadro clinico, di recente, si era ulteriormente complicato a causa di una insufficienza renale e di una sepsi da stafilococco aureo.

La madre dell’uomo, una donna di 71 anni, prima che il figlio morisse aveva dichiarato al Corriere della Sera: «Mi è nato così, con il cervello piccolo. Siamo sempre stati insieme. Sempre qui. Conosciamo tutti. Ma adesso mi tengono distante, come un’appestata, come se fosse colpa mia. Ma che colpa tengo io?».

Intanto ecco l’ultima novità, si tratta della macchina antivirus che fa respirare i polmoni. In Australia e Nuova Zelanda ha già salvato l’86% dei casi di polmonite da inflenzaA. Si tratta di una macchina che si costruisce ad un costo moderato assemblando varie componenti, pompa, cannu­le e membrana ed altro e che, utiliz­zando la circolazione extracorpo­rea, asporta l’anidride carbonica mentre garantisce l’ossigenazione. In Italia ce ne sono già 2.

Per quanto riguarda la situazione vaccini la Cina ha dato il via libera alla produzione. Il governo cinese ha fatto sapere di pianificare una quantità di vaccino tale da coprire il 5% della popolazione entro fine anno.