Influenza, guarito il ragazzo ricoverato a Monza. Ma la H1n1 è davvero così pericolosa?

Pubblicato il 3 Settembre 2009 - 12:37 OLTRE 6 MESI FA

Il ragazzo di Parma ce l’ha fatta. Dopo quattro giorni di ricovero all’ospedale San Gerardo di Monza, infatti, il giovane di 24 anni ha sconfitto il virus dell’influenza A. Le sue condizioni, al momento, sono ancora serie perché rimane la complicanza dell’infezione polmonare.

Luciano Bresciani, assessore alla sanità della Lombardia, è trionfante: «Il virus è scomparso dal suo organismo, è stato battuto». Preoccupa meno, invece, l’infezione polmonare: «Di questo batterio si conosce bene la sensibilità agli antibiotici e ci sono tutti gli strumenti per abbattere anche questo germe».

Restano gravi, invece, le condizioni dell’uomo di 50 anni, diabetico e cardiopatico, ricoverato a Napoli.

A mettere in pericolo la vita delle persone, in realtà, non è l’influenza ma le complicazioni. I virus che annualmente attaccano il nostro Paese, infatti, uccidono circa 8.000 persone. Per lo più si tratta di “soggetti a rischio”, anziani, cardiopatici e pazienti con problemi respiratori.

Resta però un dato: una comune influenza di stagione ha un tasso di mortalità molto più alto della H1n1 che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha ucciso 2185 persone su oltre 209.000 casi accertati.  Secondo diversi epidemiologi, la paura che incute la nuova influenza sarebbe «molto ridimensionato se lo rapportassimo sistematicamente alle conseguenze dell’influenza si stagione».

Per l’infettivolofo Giovanni Di Perri, infatti, «l’influenza cosiddetta “convenzionale” può raggiungere tassi di mortalità superiore a quelli della H1n1». A preoccupare, quindi, non è la malattia in quanto tale ma la possibile enorme diffusione del contagio.

Altra differenza tra la nuova influenza e quella classica è nel “target”: la “A”, infatti sembra prediligere le persone di mezz’età mentre la classica attacca di più gli anziani.