Ingv, vertici si dimettono in 24 ore: “Eccessivo sfruttamento e insufficienze”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2017 - 15:19 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  I vertici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Ingv, si sono dimessi nelle ultime 24 ore. “Insufficienze ed eccessivo sfruttamento”, dicono il direttore del Centro nazionale terremoti, il responsabile della Rete Sismica Nazionale Centralizzata. Per i due dirigenti che hanno rassegnato le dimissioni non ci sono più le condizioni per lavorare, una situazione gravissima come aveva già denunciato l’ex presidente Ingv Enzo Boschi, parlando di “problema per la sicurezza nazionale”.

Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano scrive che le dimissioni di Salvatore Mazza, il direttore del Centro nazionale Terremoti, è quella che pesa di più. Dimissioni che arrivano per motivi personali ma lasciano intendere un profondo malcontento, con Mazza che ringrazia i colleghi pur sottolineando le insufficienze dell’Ingv e le sue risorse “sfruttate un po’ troppo negli ultimi anni”. Una frase che, scrive Mackinson, viene vista dai colleghi come una resa:

“a una strutturale carenza di risorse devolute ad altri settori e non su monitoraggi delicatissimi per il Paese, a partire dal taglio totale di reti geochimiche multi-parametriche sulle faglie attive per studiare i terremoti in arrivo, bistrattate dalla Commissione Grandi Rischi”, oggetto di un’interrogazione parlamentare della senatrice M5S Enza Blundo.

Nelle stesse ore delle dimissioni di Mazza, arrivano anche quelle di Alberto Delladio, che da 10 anni è il responsabile di tutta la Rete Sismica Nazionale Centralizzata (RSNC), con più di 400 stazioni di monitoraggio, un centinaio solo nell’area delle ultime scosse sismiche, che ha dichiarato:

“Avevo preventivato le mie dimissioni già alla fine di agosto ma c’è stato quel che sappiamo. Sono dieci anni che svolgo questo incarico che è usurante, perché stai sempre sulla breccia, di giorno di notte, la domenica e a Natale”.

Anche Delladio però sottolinea, nella lettera di abbandono dell’incarico, le mancanze e le insufficienze della rete sismica e dell’operatività tecnica, soprattutto da agosto 2016, con l’emergenza terremoto nel centro Italia che non si arrestata, e aggiunge:

“In questi sei mesi siamo stati tutti quanti fortemente provati. In un ente con varie centinaia di persone la parte che si occupa del monitoraggio e della manutenzione delle stazioni sismiche conta una trentina di tecnici al massimo (ndr, sulla carta ma quanti sono realmente a partire per le stazioni?). Bisogna rafforzare questo settore soprattutto in vista di sequenze lunghe come quelle che viviamo da tempo”.

Intanto Enzo Boschi, che per 12 anni è stato presidente dell’Ingv, continua a parlare della situazione dell’istituto e lancia un’allerta:

“Se un ricercatore serio e impegnato come Salvatore Mazza è arrivato a una determinazione tanto grave significa che qualcosa all’interno dell’INGV si è rotto. La gravità della situazione è ulteriormente accentuata dalle dimissioni di altri due figure chiave per il funzionamento completo e costante della rete Rete Sismica Nazionale. Dimissioni necessarie, perché messi nelle condizioni di non poter operare al meglio delle tecnologie esistenti. E non si avanzi la scusa della mancanza di fondi: i fondi e gli addetti ci sono. Si usino secondo le priorità che vengono dal Paese, di mezzo c’è la sicurezza nazionale”.