Pensione da 9 euro, l’Inps si difende: “Non cinismo burocratico ma applicazione delle norme”

FIRENZE – Non è cinismo burocratico, ma è l’applicazione delle norme. Cosi l’Inps Toscana interviene in merito al caso della pensione da 9 euro ricevuta per il mese di gennaio da una signora di Pistoia, Fedora Fioravanti.

A sollevare la vicenda è stato ieri il vicepresidente del Senato Vannino Chiti che, assieme ad alti senatori della commissione della Commissione Lavoro del Pd, ha presentato una interrogazione sulla situazione di estremo disagio causata a numerosi anziani ai quali l’Inps ha ricalcolato le ritenute fiscali dell’intero anno 2010 recuperandole integralmente nei soli mesi di gennaio e febbraio 2011.

”L’Inps – spiega in una nota il direttore regionale Fabio Vitale – ha la funzione di applicare sul piano amministrativo i precetti normativi. La tassazione congiunta per i titolari di più trattamenti pensionistici erogati da Enti diversi, viene effettuata dall’Istituto, Ente gestore del Casellario centrale dei pensionati, in applicazione dell’art. 8 del D. lgs. N 314/1997 che è legge dello Stato. I dati fiscali a consuntivo per l’anno 2010 sono stati determinati sulla base delle variazioni di imponibile trasmesse dai vari Enti relativamente ai soggetti titolari anche di pensione Inps. I conguagli fiscali che ne scaturiscono, a debito o a credito del pensionato, derivanti dalla rideterminazione dell’imponibile e dell’imposta, devono essere effettuati entro il 28 febbraio dell’anno successivo all’elaborazione , ai sensi degli artt. 23 e 29 del DPR N 600/1973”.

”Ne consegue – prosegue la nota – che non si tratta di ‘cinismo burocratico’, come si legge su alcuni quotidiani, né tantomeno l’Inps ha la facoltà di ‘intervenire per porre rimedio a queste situazioni’, dal momento che la vigente normativa non contempla la possibilità di un recupero dilazionato, oltre i termini di legge, dei debiti Irpef. L’Inps non ‘ritiene che un cittadino possa vivere con 9 euro al mese” – come è stato strumentalmente dichiarato – ma, al contrario, presidia i fenomeni sociali e contribuisce, con un’azione attenta e capillare in tutti i settori delle attività economiche e assistenziali che interessano la propria sfera di competenza, a garantire la stabilità economica e la tenuta sociale del Paese. Più utile sarebbe, che i soggetti deputati a farlo, anziché lanciare strali populistici e mediatici che offendono l’impegno e la serietà con cui l’Inps svolge quotidianamente il suo lavoro, presentassero nelle più opportune sedi parlamentari, non attacchi critici ma proposte di legge concrete e costruttive in favore delle fasce più deboli della popolazione”.

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