Inseguimento a Milano San Siro, il conducente della Bmw: “Il mitra Uzi era il mio regalo di compleanno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2022 - 12:29 OLTRE 6 MESI FA
Inseguimento a Milano San Siro, il conducente della Bmw: "Il mitra Uzi era per la mia festa di compleanno"

Inseguimento a Milano San Siro, il conducente della Bmw: “Il mitra Uzi era per la mia festa di compleanno” (Foto Ansa)

Un regalo di compleanno: questo sarebbe stato il mitra Uzi che un uomo ha abbandonato in zona San Siro a Milano durante un inseguimento con la polizia la sera di lunedì 31 gennaio. 

L’uomo, 31 anni, con precedenti di polizia, è il conducente e proprietario della Bmw bianca che non si è fermata all’alt della polizia. Adesso deve rispondere di resistenza aggravata e porto abusivo di arma da guerra insieme agli altri quattro giovani che erano con lui in auto. 

Inseguimento a Milano San Siro, il proprietario del mitra: “Un regalo di compleanno”

Secondo il suo racconto, i cinque erano usciti per festeggiare proprio il suo compleanno in un bar di San Siro.

Anche gli altri che erano a bordo dell’auto hanno deciso di rispondere alle domande della giudice. Secondo il loro racconto, l’arma si trovava appunto sotto il sedile del guidatore e sarebbe stato lui a gettarla per strada durante l’inseguimento degli agenti.

Inseguimento a Milano San Siro, mitraglietta Uzi lanciata in strada: era pronta a sparare

Secondo quanto ha scritto la gip di Milano Stefania Donadeo, la mitraglietta Uzi “era pronta per essere scaricata contro qualcosa o qualcuno”.

La notazione è contenuta nel provvedimento con cui la giudice ha convalidato l‘arresto ed emesso la misura cautelare in carcere per i cinque.

Scrive la giudice che la “pericolosa arma da guerra” era infatti munita di “caricatore da 32 colpi, dotato di selettore per il tiro semiautomatico e in posizione di raffica”.

Il gip: “Reato di tentato omicidio”

La gip ritiene anche che la condotta degli indagati, accusati di resistenza e porto abusivo di arma da guerra, integri anche “gli estremi del reato di tentato omicidio” perché “l’azione del conducente è stata diretta in maniera non equivoca all’investimento degli agenti ed era idonea a cagionare la morte a seguito dell’urto e dell’investimento”. 

Come viene ricostruito nell’atto, infatti, i cinque avrebbero “tentato di investire” un agente di polizia, che si è gettato sul marciapiede e ha esploso tre colpi di pistola, “non esitando a speronare altre vetture in movimento con l’intento di aprirsi dei varchi nelle strade pubbliche percorse”.

Inseguimento a Milano San Siro: il tentato investimento degli agenti

Durante la fuga della auto, ricostruisce la giudice, anche un altro agente è stato costretto a gettarsi di lato per non essere investito e ha esploso un colpo d’arma da fuoco.

Nel provvedimento si legge che a carico dei cinque sussistono “gravi indizi di colpevolezza” nonché le esigenze cautelari.

La giudice sottolinea inoltre “il concorso di tutti gli indagati nella detenzione dell’arma” e ha ritenuto la versione fornita dagli indagati nel corso dell’interrogatorio di garanzia di stamattina “per nulla convincente, anzi del tutto illogica oltre che sconfessata dalla ricostruzione delle forze dell’ordine”.

Gli indagati avevano infatti dichiarato che la decisione di darsi alla fuga era stata presa dal solo conducente dell’auto e che a lui, che era anche il possessore dell’arma, gli altri quattro avevano “implorato” di fermarsi all’alt della polizia.