Intercettazioni, Grasso: “Le modifiche hanno peggiorato il Ddl”. Trattativa Stato- mafia? “Non ci sono prove”

Pubblicato il 30 Giugno 2010 - 17:00 OLTRE 6 MESI FA

Pietro Grasso

”Talune modifiche apportate al disegno di legge sulle intercettazioni lo hanno addirittura peggiorato anche per quanto riguarda le indagini sulla mafia e il terrorismo”. Lo ha detto il Procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, riassumendo il giudizio sul provvedimento espresso pochi minuti prima davanti alla Commissione Giustizia della Camera. Grasso ha dunque confermato il suo giudizio di bocciatura della nuova disciplina delle intercettazioni.

In particolare il Procuratore  ha spiegato che le modifiche hanno introdotto ”limitazioni alla intercettazioni per i delitti ordinari che possono essere estese anche ai reati di mafia con il rischio di provocare effetti devastanti, sulle indagini, non voluti nemmeno dallo stesso legislatore”. Il procuratore inoltre ha messo in evidenza il rischio che sfuggano alle intercettazioni ”i gruppi di criminalità organizzata non di tipo mafioso, ma ugualmente pericolosi come quelli composti da elementi italiani e stranieri, che colpiscono soprattutto le regioni del centro-nord e mettono a repentaglio la sicurezza dei cittadini: questo perchè il regime delle intercettazioni previsto per la mafia e il terrorismo non si potrà estendere anche alla criminalità organizzata comune”.

Grasso inoltre ha messo in evidenza come ”le intercettazioni ambientali non si potranno più fare nei luoghi privati di dimora perche’ hanno bisogno, per essere autorizzate, della dimostrazione che in quel posto si sta commettendo un reato: agli inquirenti, in sostanza, si chiede di fornire una ‘prova diabolica’ impossibile da fornire”.

Grasso ha poi affrontato il tema della presunta trattativa tra Stato e mafia alla luce della relazione del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Giuseppe Pisanu, sui delitti e le stragi di mafia del 1992-93 . Secondo il Procuratore “le teorie sono belle ma, nei processi, abbiamo bisogno delle prove giudiziarie. Le prove costruite su tante fonti non hanno mai consentito di costruire la prova penale individualizzante in grado di accertare responsabilita”’. Grasso ha parlato al termine dell’audizione sul ddl intercettazioni innanzi alla Commissione Giustizia della Camera. Nella mattinata di giovedì primo luglio proseguirà la seconda parte della sua audizione.