Iraq. Graziano, 500 soldati per proteggere la diga a Mosul

Pubblicato il 15 Luglio 2016 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA
La diga a Mosul

La diga a Mosul

ROMA –  “Come è stato accertato da organismi internazionali e dal governo iracheno, con l’eventuale collasso della diga a Mosul si rischierebbe una catastrofe umanitaria. È indispensabile mettere in sicurezza quella diga e non si possono mandare gli operai al lavoro senza una adeguata cornice di sicurezza. Da qui all’autunno manderemo 500 soldati con armamento all’altezza”.

Lo afferma alla stampa Claudio Graziano, capo di Stato maggiore della Difesa, spiegando perché l’esercito italiano presidia la diga di Mosul in Kurdistan. Alla domanda se preoccupi che la linea del fronte corre a 20 chilometri dal cantiere, Graziano spiega: ” La linea di contatto è sotto il controllo delle forze curde e irachene e ribadisco il concetto di quanto sia importante addestrare le forze locali. Chi meglio difende il proprio Paese?”.

Sul contingente italiano che si è arricchito anche di elicotteri per un nuovo tipo di missione, il “personnel recovery”, Graziano fa sapere: “Sarà una missione di “ricerca e recupero” di eventuali persone rimaste isolate in territorio ostile. Esempio classico, il pilota di un aereo colpito che si è dovuto lanciare con il paracadute”.

”La missione deve avere una capacità operativa idonea anche al recupero di personale in aree che definiamo “non permissive”, ostili. Per questo abbiamo schierato elicotteri d’attacco e team specializzati di fanteria elitrasportata”.