Isabella Noventa, la messa in scena di Freddy Sorgato & co

Pubblicato il 17 Febbraio 2016 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA
Isabella Noventa, la messa in scena di Freddy Sorgato & co

Isabella Noventa, la messa in scena di Freddy Sorgato & co (foto Ansa)

PADOVA – Una messa in scena per coprire l’omicidio di Isabella Noventa: scrive l’Ansa che il sorriso freddo di Freddy Sorgato, “il ballerino” con la passione per i latino-americani, si è spento quando gli agenti della mobile di Padova gli hanno notificato il fermo firmato dal Pm Giorgio Falcone con l’accusa di omicidio premeditato di Isabella. La segretaria padovana, svanita nel nulla dalla sera del 15 gennaio scorso, potrebbe essere stata uccisa per un misto di passione non corrisposta, gelosia, e forse per questioni di denaro, come ultimo atto di un piano diabolico. Un piano deciso, secondo l’accusa, ‘a tavolino’.

L’accusa per concorso in omicidio chiama in causa anche la sorella di Sorgato, Debora, e Manuela Cacco, una tabaccaia legata sentimentalmente al 45enne. Le due donne sono finite in carcere a Verona. Freddy aveva raccontato agli investigatori di aver cenato quella sera con Isabella, che continuava a vedere dopo una relazione sentimentale finita, e di averla poi accompagnata in centro a Padova. La scomparsa della donna era stata denunciata il giorno dopo dal fratello Paolo. Secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, subito dopo il delitto, forse avvenuto nella villa di Freddy, a Noventa Padovana, Sorgato avrebbe chiamato la sorella (quest’ultima avrebbe nutrito una forte ostilità verso Isabella) e Manuela Cacco.

Per dare corpo agli alibi, sarebbe stata architettata la ‘messinscena’ della donna con il giubbotto bianco – forse lo stesso usato quella sera da Isabella – che le registrazioni video immortalano mentre transita nella tarda serata del 15 in Piazza dei Signori. A fare la ‘parte’, la stessa Cacco, che avrebbe ammesso la circostanza. Dopo era andata a ballare con Freddy. Agli atti ci sarebbe un corposo giro di telefonate fra i tre quella stessa sera. Per i fermati si sono aperte la sera del 16 febbraio le porte del carcere. Il 18 è in programma l’udienza di convalida, ma gli uomini della mobile, coordinata dal vice questore Giorgio Di Munno, sono convinti di aver smontato gli alibi dei fermati e di essere riusciti a mettere assieme quei “gravi indizi di colpevolezza” che hanno chiuso il cerchio delle indagini e portato il Pm ad emettere i provvedimenti.

Al momento manca il cadavere di Isabella, forse strangolata e poi gettata in un fiume. “Spero solo di trovare mia sorella. Se sono stati loro che confessino il delitto: dicano dov’è il corpo per darle almeno un degno saluto”, ha detto Paolo Noventa. Non si dà pace il fratello, non riesce a capire il movente dell’omicidio. Gli investigatori propendono per la pista passionale, ma la voce ‘denaro’ fa capolino. Sorgato ha mostrato di avere una forte disponibilità di denaro e l’astio di Debora verso l’impiegata potrebbe avere queste ragioni. Certo che, in questo difficile scenario, al racconto di Freddy di quella sera Paolo non aveva creduto: “avevo capito che poteva essere successo qualcosa di grave. Per questo non mi sono fermato alla sua spiegazione e sono corso in Questura”.

I fermati non hanno fatto ammissioni sull’omicidio, ma a pesare ci sarebbero tracce telefoniche e dichiarazioni fatte su spostamenti dei tre nelle ore della scomparsa che sono risultate infondate. Indicazioni sul luogo dove potrebbe essere stata fatta sparire Isabella potrebbero arrivare dagli accertamenti compiuti su una seconda auto, nelle disponibilità di Sorgato. A ipotizzare che possa essere stata usata per trasportare il cadavere è l’avvocato della famiglia Noventa, Gian Mario Balduin. “Un altro elemento, quello della seconda auto – ha detto – che si aggiunge ai tanti particolari importanti nella ricostruzione dell’accaduto, come il fatto che Isabella non indossava mai il cappuccio del piumino bianco che si vede addosso alla donna nei video di sorveglianza e usava scarpe taglia 34, una misura decisamente insolita”.