Isabella Noventa: sentita Cacco, trovati scatoloni di Debora

di redazione Blitz
Pubblicato il 8 Marzo 2016 - 14:07 OLTRE 6 MESI FA
Isabella Noventa: sentita Cacco, trovati scatoloni di Debora

Isabella Noventa: sentita Cacco, trovati scatoloni di Debora

PADOVA – “Non so dove sia il corpo di Isabella Noventa. Non l’ho neppure visto”. Ha risposto così Manuela Cacco, tra le lacrime, alle domande del pubblico ministero Giorgio Falcone e il capo della Squadra Mobile Giorgio Di Munno. Il colloquio, che è stato secretato, si sarebbe tenuto lunedì 7 marzo nel carcere di Verona, alla presenza del magistrato e dell’avvocato della donna, Alessandro Menegazzo.

Manuela Cacco è la tabaccaia padovana accusata assieme a Freddy e Debora Sorgato dell’omicidio della donna scomparsa a Padova la sera del 15 gennaio. Secondo la confessione dello stesso Sorgato, Isabella sarebbe morta il giorno stesso della scomparsa, per “un gioco erotico finito male”. Sarebbe stato proprio lui ad ucciderla e a gettare il corpo nel fiume vicino casa. Quale sia stato il ruolo delle altre due donne, la sorella e l’amica del ballerino, nella morte di Isabella è ancora tutto da chiarire.

Nello stesso giorno in cui è stata ascoltata Manuela Cacco, erano previsti gli interrogatori, poi annullati, di Freddy e sua sorella Debora. Ma gli investigatori, convinti che siano loro gli esecutori materiali del delitto, non avrebbero nessuna intenzione di interrogarli, salvo che siano loro stessi a chiedere un incontro per parlare.

Hanno preferito ascoltare la versione della tabaccaia e contemporaneamente battere un’altra pista: degli scatoloni ritrovati in casa propria dal compagno carabiniere di Debora Sorgato. Sarebbe stato proprio il maresciallo a sollecitare una perquisizione.

L’alloggio era frequentato assiduamente da Debora che abitava nell’appartamento attiguo sullo stesso pianerottolo. La perquisizione nei due appartamenti è durata fino alla tarda serata. Mentre a Verona Manuela Cacco riferiva quanto già sostenuto nell’interrogatorio di convalida, aggiungendo però diversi particolari.

Ha ribadito di aver dato solo la sua disponibilità a Freddy per prestarsi alla messinscena di passeggiare per il centro di Padova indossando il giaccone bianco di Isabella. Una montatura per costruire un alibi. L’ex fidanzato aveva poi raccontato infatti agli investigatori di aver lasciato Isabella a Padova dopo una cena e di non averla più vista.

Riportano Enrico Ferro e Cristina Genesin sul Mattino di Padova:

Scatoloni di Debora. Che cosa contenevano? Lettere? Documenti contabili? Qualche oggetto particolare? Sono state prese in esame tutte le stanze e pare che sia stato trovato un numero di proiettili superiore a quello consentito d’ordinanza (due caricatori). Poi è stato svolto un altro controllo nell’appartamento della donna a conclusione della perquisizione del 24 febbraio scorso. Il militare, trasferito da compiti operativi agli uffici amministrativi della legione, al momento non risulta indagato.

Il faccia faccia. Tra le 15.20 e le 17.30, intanto, si è svolto il “colloquio” tra i vertici investigativi e la tabaccaia di Camponogara nel carcere femminile “Montorio” di Verona. Il racconto già fornito in questura la notte del fermo (il 18 febbraio), è stato arricchito da Manuela Cacco di tanti particolari. E di tante indicazioni per riempire la fascia oraria tra la mezzanotte inoltrata e l’1.30 del 16 gennaio, la notte dell’omicidio. Ancora (pare) nessuna informazione sul luogo dove possa trovarsi il corpo di Isabella («Non so dove sia… Non ho mai sentito discorsi in proposito»). Ma tante precisazioni per spiegare i numerosi passaggi a bordo della sua Polo nelle stradine intorno alla villetta di Freddy, situata a Noventa in via Sabbioni, tra le 00.16.19 e le 00.43.38: in quella fascia oraria l’auto della donna, proveniente da via Argine Sinistro, si era diretta verso il centro di Noventa, poi era tornata indietro verso Camin passando più volte sul ponte del Piovego sempre fotografata dalle telecamere e incrociando, in diverse occasioni, la Golf Volkswagen guidata da Debora Sorgato.

Ancora, altri particolari sono stati forniti sulla messinscena nel centro storico di Padova dove, scortata da Freddy prima di rincasare a bordo dell’auto di Debora, Manuela aveva indossato il piumino bianco di Isabella (già uccisa) per sfilare davanti alle telecamere: mappa di Padova sul tavolo, pm e capo della Mobile hanno chiesto conto di ogni metro percorso e di ogni faccia incrociata. «Ero in stato confusionale, non mi ricordo bene le strade di Padova che non conosco… Camminavo con il cappuccio sulla testa, non vedevo dove andare e ho sbattuto contro un uomo ubriaco» avrebbe detto. Poi la perdita dell’orientamento e la strada giusta presto ritrovata. Chi le aveva indicato il percorso? Freddy. «Mi aveva solo detto “fai un giro e mettiti questo”» ha ammesso Manuela. Ovvero il piumino sfilato al cadavere di Isabella: Manuela avrebbe indicato sulla piantina la via in cui l’aveva tolto per rimettersi il suo giubbino. Poi ha sostenuto di averlo riportato a casa di Freddy lasciandolo su una sedia. Alla domanda: «Dov’è il corpo di Isabella?», secca la risposta: «Non so, non l’ho mai visto». E ancora: «Mi sembra di essere dentro una bolla di sapone», in una situazione più grande di me». Infine una raccomandazione al suo legale: «Saluti i miei figli».