Isabella Noventa disse no: strangolata e gettata nel fiume?

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Febbraio 2016 - 11:06 OLTRE 6 MESI FA
Isabella Noventa strangolata e gettata in un fiume: tesi pm

Isabella Noventa strangolata e gettata in un fiume: tesi pm

PADOVA – Isabella Noventa sarebbe morta strangolata o soffocata nell’appartamento di Freddy Sorgato la sera del 15 gennaio scorso, dopo la cena a due in pizzeria, tra le 11 e mezzanotte. Poi Manuela Cacco e Debora Sorgato sarebbero intervenute per nascondere il cadavere e mettere in piedi la messinscena della sparizione volontaria.

E’ questa la ricostruzione degli inquirenti che martedì hanno arrestato, con l’accusa di omicidio in concorso, Freddy Sorgato, la sorella Debora Sorgato e Manuela Cacco, fidanzata di Sorgato.

Il movente sarebbe passionale, il corpo di Isabella sarebbe stato gettato in un fiume o in campagna e le ricerche sono subito iniziate.

E’ finito nel peggiore dei modi il giallo sulla scomparsa dell’impiegata padovana di 55anni: non è stata rapita, né si è allontanata da sola. E’ stata uccisa. L’impiegata sarebbe quindi stata assassinata probabilmente la stessa sera di venerdì 15 gennaio in cui Freddy aveva detto d’averla lasciata in Piazza Insurrezione, a Padova, facendola scendere dalla sua Audi bianca poco prima di mezzanotte, perché – così aveva raccontato – “doveva vedere un’amica”. Il movente sarebbe passionale, l’omicidio consumato probabilmente dopo una lite tra Freddy e Isabella che quella sera dopo la cena in pizzeria sono tornati nell’appartamento di lui. Non avevano una relazione stabile, ma un’amicizia “affettuosa” che ultimamente si era deteriorata.

Dall’inchiesta è emerso che Freddy in particolare non digerisse il rifiuto di Isabella a riprendere una storia, che fosse particolarmente geloso e che in passato avesse pagato un investigatore privato per farla seguire.

Sulla modalità dell’omicidio non vi sono al momento conferme: Isabella potrebbe essere stata soffocata,  mentre viene escluso che sia stata uccisa con armi da fuoco (non ci sono tracce ematiche in casa Sorgato). Che si fosse vicini alla svolta lo si è capito martedì mattina, quando si è saputo che Debora Sorgato era stata prelevata dagli investigatori alle 3 della scorsa notte, a casa, e portata in Questura per un interrogatorio-fiume. Ma prima del suo c’erano stati altri due interrogatori serrati: quello di Freddy e di Manuela Cacco. Sulla base delle loro dichiarazioni gli agenti della ‘mobile’ e gli inquirenti hanno chiuso il cerchio, andando a prendere anche Debora.

Una confessione vera e propria non c’è ancora stata, spiegano dalla Procura, ma vi sono ammissioni parziali, e soprattutto – spiega un investigatore – “indizi gravi e concordanti” sulla fine di Isabella sì. Quanto all’esecuzione materiale del delitto i sospetti, secondo fonti qualificate, portano a Freddy Sorgato.

Da chiarire, invece, il ruolo esatto che le due donne avrebbero avuto nel piano diabolico. A far cadere il castello di carte, confermando tutta la messinscena sulla presunta scomparsa dell’ impiegata, sarebbe stata Emanuela Cacco. Avrebbe confermato soprattutto – come la polizia sospettava – che la donna con il piumino bianco (uguale a quello di Isabella) ripresa da decine di telecamere di sicurezza di Padova la notte tra il 15 e 16 gennaio era lei stessa, e non l’amica. Non era un caso che in tutti i frame di quei video la “donna con il piumino bianco” fosse sempre di spalle e con il cappuccio in testa, cosa che Isabella non faceva mai. Ed avevano colto nel segno, quindi, i familiari dell’impiegata, quando sostenevano e ribadivano che quella donna misteriosa non camminava come Isabella, non aveva la sua fisionomia. Era una montatura.

Qualcuno voleva far credere che l’impiegata con la passione per il ballo si fosse allontanata da sola, e avesse fatto perdere le tracce per qualche misterioso motivo.

Restano da chiarire i livelli di responsabilità dei tre. Come spiega Il Mattino di Padova:

L’esame dei tabulati telefonici ha portato a galla un groviglio di telefonate tra Freddy, la sorella Debora e l’amica Manuela. Telefonate fatte dopo cena, tra le undici e mezzanotte. Le due donne, da sempre alleate contro Isabella, si sono precipitate nella villa di Sorgato per aiutarlo nel momento del bisogno. Lì, tutti e tre insieme, hanno ideato il piano micidiale: spogliare la donna ormai esanime per inscenare il suo allontanamento. Hanno pensato tutto nei minimi dettagli, ben consci del fatto che il segnale gps dell’Audi A6 avrebbe confermato il racconto fornito più volte agli investigatori. Una volta giunta in piazza Insurrezione Manuela Cacco è scesa dall’auto e ha imboccato via Dante, ha attraversato piazza dei Signori prima verso la Gran Guardia e poi in direzione della chiesa di San Clemente. Teneva il cappuccio in testa e sapeva di essere ripresa dalle telecamere che di lì a poco sarebbero state esaminate dalla polizia. Nel corso degli interrogatori sono emersi tutti i conflitti nati in questo rapporto malato. Debora Sorgato, vedova, madre di un figlio di 13 anni, compagna di un carabiniere che quella notte se ne stava in servizio ignaro di tutto, detestava Isabella perché sospettava che a lei interessassero solo i soldi del fratello Freddy. Manuela Cacco, invece, la voleva togliere di mezzo per avere finalmente il ballerino tutto per sé, in discoteca come nella vita. Poi c’è Freddy, lo scapolo sciupa-femmine per la prima volta costretto ad assaporare l’amaro sapore del rifiuto.