Isis, Lara Bombonati foreign fighter fermata a Tortona (Alessandria): voleva andare in Siria

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Giugno 2017 - 08:22 OLTRE 6 MESI FA
Isis, Lara Bombonati foreign fighter fermata a Tortona (Alessandria): voleva andare in Siria

Isis, Lara Bombonati foreign fighter fermata a Tortona (Alessandria): voleva andare in Siria

TORINO – Foreign fighter fermata in Italia: la giovane donna si chiama Lara Bombonati, ha 26 anni ed è nata a Milano, ma è cresciuta tra le colline al confine tra Piemonte e Lombardia, riferisce il Secolo XIX. Proprio in quella zona si sarebbe radicalizzata e da lì avrebbe deciso di partire per andare a combattere sul fronte siriano insieme agli jihadisti che combattono Bashar al Assad.

Bombonati è stata fermata come “indiziata di delitto” la notte tra venerdì e sabato dalla Digos di Alessandria con l’accusa di “associazione di con finalità di terrorismo internazionale“.

La donna è stata raggiunta in una casa di Tortona in cui vivono alcuni parenti ed è stata portata nel carcere di Torino. I reati di cui è accusata coinvolgerebbero anche altre persone.

Secondo le accuse la donna sarebbe entrata in contatto con alcuni maghrebini, e forse alla base della sua conversione all’Islam fanatico ci sarebbe una relazione sentimentale. Proprio questi legami pericolosi hanno alimentato i sospetti dell’antiterrorismo italiano, che l’ha ritiene inserita nel gruppo Hayat Tahrir al-Sham, “Organizzazione per la liberazione del Levante”, nato all’inizio dell’anno dalla fusione di quattro formazioni minori. Un gruppo inizialmente affidato alla guida di Hashim al-Sheikh, noto anche come Abu Jabir, molto attivo nella zona di Aleppo.

Spiega il Secolo XIX:

La donna avrebbe fatto parte di questo gruppo, mettendosi a disposizione dei «fratelli combattenti». Si tratta di un segnale importante, secondo gli investigatori e dagli apparati di sicurezza, perché questo caso segna un preoccupante innalzamento del livello di penetrazione della minaccia jihadista in Italia. Ma serve cautela. Il fermo della donna è solo un primo passo di un’indagine che coinvolgerebbe una rete più estesa di fiancheggiatori. E le accuse dovranno essere sottoposte nelle prossime ore al vaglio di un giudice torinese.

Si tratta della seconda inchiesta per terrorismo nell’area piemontese, dopo che ad aprile i carabinieri del Ros di Torino hanno arrestato un marocchino di 29 anni, Mouner El Aoual, vissuto per 9 anni come un fantasma nella periferia multietnica della città, accolto come un figlio adottivo da una famiglia italiana, ignara del fatto che lui si fosse proclamato un “portavoce ufficiale dello stato islamico”.