Istituti tecnici superiori: pochi iscritti, un flop nel Lazio

Pubblicato il 7 Novembre 2011 - 14:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Gli istituti tecnici superiori, Its, partiti a fine ottobre sono un flop nel Lazio. In Italia sono 58 i consorzi, di cui 7 nel Lazio. Questi corsi post-diploma superiore di durata biennale puntano a formare delle figure altamente qualificate da inserire nel mondo del lavoro. Confindustria, Unioncamere e Confartigianato offrirebbero 15mila posti a tali tecnici qualificati, ma le adesioni agli istituti sono state ben inferiori alle aspettative. Gli istituti offrono corsi a numero chiuso per un massimo di 30 iscritti, ma la media delle iscrizioni per quest’anno è stata di 12 o 13 domande nel Lazio. Il nord invece, specialmente in Veneto, sembra aver apprezzato. Tra ministero dell’Istruzione e Regione i corsi hanno ricevuto fondi dai 500 mila ai 900 mila euro. Se inutilizzati rappresentano un enorme spreco di denaro pubblico in un periodo in cui la scuola pubblica ha subito ingenti tagli alle sue risorse.

Gli Its furono proposti dal ministro Giuseppe Fioroni nel 2008, durante il governo di Romano Prodi.  Confermati dal ministro Mariastella Gelmini, hanno atteso tre anni in Regione prima di divenire operativi. Gli studenti però non sembrano aver apprezzato e compreso le possibilità da questi corsi, che rappresentano un’alternativa alla laurea nel percorso formativo successivo alla scuola dell’obbligo. Antonino Petrolino, presidente dell’associazione presidi, ha detto: “Questo tipo di istruzione è il naturale prolungamento degli istituti tecnici e professionali che sono stati recentemente riformati, un segmento che in Italia mancava e che invece in altri Paesi come Francia, Inghilterra o Spagna esiste da 20 anni. Le “Fondazioni di partecipazione”, è questa l’ esatta forma giuridica, sono nate proprio su spinta del mondo imprenditoriale, sempre all’ affannosa ricerca di tecnici altamente qualificati, che da anni non si trovano più. Purtroppo il solo diploma tecnico e professionale non è direttamente spendibile nelle aziende mentre questi due anni molto specialistici consentono di fare un notevole salto di qualità nell’ ambito professionale e un immediato ingresso nel mercato del lavoro”.

I sette Its del Lazio sono quello di “Mobilità sostenibile” a Gaeta, “Nuove Tecnologie per il made in Italy nel sistema agroalimentare” a Viterbo, “Nuove Tecnologie per il made in Italy – Servizi alle Imprese”, “Tecnologie innovative per le attività culturali e il turismo” e “Tecnologie dell’ informazione e della comunicazione” a Roma e “Nuove Tecnologie della vita” a Pomezia. Maria Pia Bucchioni, preside dell’Itis di Viterbo che si occupa di uno dei corsi ha detto: “Credo nel valore della scuola pubblica dove ho lavorato per 30 anni – aggiunge Maria Pia Bucchioni, presidente dell’ Itis di Viterbo che si occupa delle «Nuove Tecnologie per il made in Italy , servizi alle imprese» – e in un momento in cui si “taglia” proprio nell’ istruzione, non posso accettare che venga sprecata un’ opportunità del genere. – ed ha aggiunto – Così ho inviato una lettera a tutti i presidi del Lazio perché informino gli studenti sull’esistenza di questa scelta alternativa all’università che prevede anche corsi d’ inglese e il conseguimento di certificazioni che, privatamente, costerebbero diverse migliaia di euro”.