Italo D’Elisa, nel suo cellulare il video dell’incidente e gli spari di Fabio Di Lello?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Febbraio 2017 - 16:35 OLTRE 6 MESI FA

VASTO – Un video che gira di telefonino in telefonino. E un telefonino in cui c’è una conversazione che potrebbe raccontare molte cose. Il delitto di Vasto gira intorno allo smartphone di Italo D’Elisa, che nel 2016 aveva investito e ucciso Roberta Smargiassi e che pochi giorni fa è stato ucciso dal marito di lei, Fabio Di Lello.

Nel cellulare di Italo D’Elisa ci sarebbe il video dell’incidente mortale in cui perse la vita Roberta. Un filmato che, pare, ha giravo in chat su Whatsapp per Vasto. E lo stesso Italo sarebbe stato al telefono quando Di Lello gli ha sparato: quindi quella conversazione potrebbe raccontare come sono andate veramente le cose.

Scrive Paola Calvano su Il Centro:

L’incontro fra i due è durato pochi secondi. Le immagini sono state catturate dalle telecamere di una sala giochi. Raccontano ai carabinieri l’omicidio e i minuti che lo hanno preceduto. I fotogrammi mostrano Fabio che arriva a piedi davanti al bar in cui è già entrato Italo. Poi il colloquio ed i colpi ad una gamba, all’addome e l’ultimo al collo. D’Elisa muore in pochi secondi. Il cellulare che il giovane stringe ancora in mano quando Di Lello si allontana ora è sotto sequestro. La persona con cui Italo parlava ha sentito le parole pronunciate da Di Lello prima di sparare. Compresa la frase che ha scatenato il delitto e il castigo. Fabio Di Lello è poi tornato al cimitero dalla sua Roberta.

Sono stati tre colpi di pistola ad uccidere Italo d’Elisa. Questo l’esito dell’autopsia sul corpo del giovane, effettuata questa mattina dall’anatomopatologo Pietro Falco, all’ospedale clinicizzato di Chieti, e durata cinque ore. “Oggi possiamo dire che sono stati tre i proiettili che hanno colpito il giovane, di cui uno cranico e due addominali, con la morte arrivata per un gravissimo trauma cranio-encefalico oltre che addominale. Una morte rapidissima e su questo non ci sono dubbi. Da quello che ho potuto vedere – ha spiegato il professor Falco – non si evidenziano segni di colpi sparati a bruciapelo e il segno della canna sulla cute e dunque si può escludere una distanza ravvicinata. Il corpo del giovane è stato attinto da tre colpi”.