Jihad in Italia: smantellate due cellule. Una era pronta ad attaccare da noi FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2015 - 08:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Due cellule terroristiche in Italia. La prima di maghrebini che “si proponeva anche – sottolineano gli investigatori del Ros – la pianificazione ed esecuzioni di atti terroristici in Italia e in Nord Africa”. La seconda riguarda invece una vasta operazione, denominata “Martese”, che ha portato numerosi arresti e perquisizioni nelle province di Milano, Bergamo, Grosseto e in una città dell’Albania. Le persone finora arrestate sono dieci: si tratta di 4 cittadini italiani, 5 albanesi e un cittadino canadese. Sono tutti accusati a vario titolo di associazione con finalità di terrorismo e organizzazione di trasferimenti per finalità di terrorismo. Come riporta Repubblica tra gli arrestati ci sono i genitori e la sorella di Maria Giulia Sergio, la jihadista italiana partita per la Siria nel 2014.

Gli indagati sono parte di due famiglie, la prima formata da italiani convertiti da qualche anno all’Islam, la seconda da cittadini albanesi residenti nel grossetano. Le due famiglie si sono imparentate con il matrimonio di una giovane coppia, e stavano organizzando un viaggio alla volta della Siria per combattere a fianco degli jihadisti.

Le indagini hanno consentito di ricostruire il percorso seguito dalla giovane coppia. Grazie alle intercettazioni di un telefono in uso ad un coordinatore dell’organizzazione dei foreign fighters dello Stato Islamico è stato possibile ricostruire come vengono accolti e distribuiti sul territorio siriano gli stranieri che da varie parti del mondo partono per raggiungere il Califfato.

Sempre nella mattinata di mercoledì primo luglio due cittadini maghrebini sono stati arrestati dai carabinieri del Ros con l’accusa di terrorismo internazionale. Un terzo indagato è già in carcere in Marocco per reati di terrorismo. Al centro delle indagini della procura di Roma una cellula di matrice qaedista.La presunta cellula terroristica nel mirino dei carabinieri del Ros è risultata dedita al proselitismo, all’indottrinamento e all’addestramento attraverso un sito internet creato e gestito dagli stessi indagati.