Joelson Bernasconi, tassista nega omicidio Nino Sorrentino

di redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2016 - 13:59 OLTRE 6 MESI FA
Joelson Bernasconi, tassista nega omicidio Nino Sorrentino

Joelson Bernasconi, tassista nega omicidio Nino Sorrentino

ROMA – Joelson Bernasconi era ancora ubriaco quando i carabinieri l’hanno fermato. Ubriaco e aggressivo, tanto che ha tentato di prendere a calcio i militari. Si è bloccato solo quando gli hanno detto che Nino Sorrentino, il proprietario della vineria aperta fino a tarda sera, era morto.

E’ stato aggredito con violenza inaudita, Nino, preso a bottigliate nel locale a cui si era dedicato con passione per anni e anni, e lasciato esanime a terra. E ha lottato per ore tra la vita e la morte, riuscendo con poche parole a dare indicazioni ai carabinieri, ma alla fine non ce l’ha fatta. Nino Sorrentino, aveva 76 anni, una vita passata nella vineria nel quartiere Prati a Roma, prima da garzone poi da gestore. Per l’omicidio è stato arrestato nella notte un tassista 33enne di origini brasiliane, adottato da bambino da una coppia per bene di Talenti.

Quando i carabinieri hanno fermato Joelson Bernasconi era a bordo della sua auto bianca, ubriaco e sporco di sangue. Ancora da chiarire quale sia il movente del delitto. Tra le ipotesi, quella che la vittima si sia rifiutata a un certo punto di servire alcolici al cliente ormai ubriaco. A dare l’allarme intorno a mezzanotte e mezza sono stati alcuni cittadini che hanno sentito le urla provenire dal locale di via Premuda, a pochi passi da piazzale Clodio.

Sorrentino era per terra in una pozza di sangue con accanto alcuni cocci di bottiglia. Gli inquirenti ipotizzano che il tassista, ubriaco, lo abbia colpito almeno due volte. Da una prima ricostruzione, sembrerebbe che l’anziano sia stato prima ferito con una bottigliata in testa e poi con un pezzo di vetro appuntito alla gola. Ma sarà l’autopsia a stabilirlo con certezza. Dopo averlo tramortito per terra, l’aggressore è stato visto allontanarsi a bordo di una macchina bianca. Sono scattate immediatamente le ricerche con numerose pattuglie di carabinieri, della compagnia Trionfale, guidati dal capitano Luca Acquotti, che hanno battuto la zona. In meno di due ore i militari hanno individuato un taxi che corrispondeva alle indicazioni fornite dalla vittima e di alcune persone che avevano notato l’auto allontanarsi. A bordo il 33enne, ubriaco, e sporco di sangue. E’ stato bloccato non lontano dal luogo dell’aggressione. L’uomo per cercare di fuggire ha anche investito uno dei carabinieri intervenuti, fortunatamente senza ferirlo in modo grave.

Ancora da chiarire il movente dell’omicidio. Tra le ipotesi come detto quella di una discussione nata forse perché il titolare della vineria si è rifiutato di servire altri alcolici al cliente già ubriaco. Non si esclude, però, neanche che possa esserci stata una lite pregressa. La vineria non era dotata di un sistema di videosorveglianza e in quel momento non c’erano altre persone. Al vaglio degli inquirenti anche le registrazioni di alcune telecamere presenti nella zona che potrebbero aver ripreso l’auto transitare sia prima sia dopo, e quindi essere utili per ricostruire quanto tempo l’arrestato sia stato all’interno dell’enoteca.