La badante e il clan ucraino le occupano casa e rubano 50mila euro: 2 indagati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Aprile 2014 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA
La badante e il clan ucraino le occupano casa e rubano 50mila euro: 2 indagati

La badante e il clan ucraino le occupano casa e rubano 50mila euro: 2 indagati

MILANO – Ha assunto una badante ucraina affinché si occupasse dell’anziana mamma e della zia. Vitto, alloggio e 2500 euro al mese. Questo il compenso che la badante aveva chiesto, oltre a far arrivare altri parenti dall’Ucraina e a far ottenere un contratto al cugino. Dalla casa in cui la badante lavorava però sono spariti 50mila euro e la proprietaria, una consulente della Procura affetta da una grave malattia degenerativa, ha denunciato tutto il clan.

Andrea Galli sul Corriere della Sera scrive:

“Quotidiano e devastante è stato il lavorio di persuasione ai danni della zia ultraottantenne, acciaccata e sola. La badante ha strappato uno stipendio faraonico per il mestiere che faceva e per i parametri di mercato, soprattutto considerato che aveva garantito il vitto e l’alloggio: il salario s’aggirava sui 2.500 euro netti al mese. Dopodiché, non sazia, era riuscita a far aprire un contratto per un cugino, chiamato dall’Ucraina e inquadrato come colf. Naturalmente, in casa, quel cugino pelandrone non ha mai mosso un dito. S’è invece accomodato sul divano ed è stato così a proprio agio da richiamare altri familiari ancora, arrivati di corsa. In breve, l’appartamento della zia è stato «occupato» da questo sciagurato clan dell’Est”.

Oltre alla situazione lavorativa, dalla casa della zia è scomparsa una somma di 50mila euro:

“A volte l’ucraina le chiedeva soldi per presunti lavori a suo dire necessari per la casa; altre volte la zia firmava assegni che la badante e i familiari si divertivano a incassare per andare direttamente a comprare vestiti lussuosi”.

A scoprire quanto stava accadendo è stato l’ex marito della consulente:

“L’inchiesta, lunga, complicata, è stata condotta dal commissariato di Scalo Romana diretto da Angelo De Simone. Difficile è stato provare che gli assegni fossero stati estorti: in fondo riportavano la firma della zia la quale, intanto trasferita in una casa di riposo, non aveva memoria di violenze subite. Alla fine la badante e il parente sono stati indagati per circonvenzione di incapace e furto. Faticoso è stato anche licenziare gli ex dipendenti e allontanare il clan. La burocrazia come al solito ha ostacolato il compiersi di percorsi logici e giusti. In attesa del processo, che sta per iniziare, la badante ha fatto perdere ogni traccia”: