Si era iscritto all’università per conseguire una seconda laurea in fisica. Dopo essersi fatto riconoscere diversi crediti di informatica, si ferma non sostenendo più alcun esame. Poi, inaspettatamente, l’ateneo gli comunica che può laurearsi immediatamente. Il merito, però, è di un suo omonimo che ha sostenuto tutti gli esami e può discutere la tesi. L’altro, accortosi dell’errore, non dice nulla e si laurea. Per questo motivo un docente dell’Università di Roma La Sapienza è stato rinviato in giudizio con l’accusa di induzione in falsità ideologica. I fatti, stando a quanto riporta la Repubblica, sono avvenuti nel 2003.
Docente ottiene laurea a La Sapienza senza aver conseguito tutti gli esami
Secondo i pm il professore si è approfittato dell’errore fatto della segreteria dell’università. Avrebbe dovuto denunciare la cosa, ma ha fatto finta di niente e si è laureato, pur avendo notato l’incredibile errore dovuto all’omonimia. Il docente ha spiegato che questa ricostruzione è sbagliata e che invece avrebbe fatto notare lo sbaglio agli amministrativi e sarebbe stato rassicurato.
L’accusa e la difesa
Il diretto interessato ha spiegato “di aver fatto notare agli amministrativi l’abbaglio e di essere stato rassicurato“. A suo dire, le parole della segreteria lo avrebbero rincuorato a tal punto da discutere l’elaborato finale senza troppi pensieri. L’avvocato del docente, ha sottolineato come, all’inizio, la stessa imputazione della procura era più grave: “Si accusava il mio assistito di aver architettato tutto dal principio. Invece, di fronte al giudice dell’udienza preliminare, il mio assistito per un reato è stato assolto con la formula ‘perché il fatto non sussiste‘”. Mentre il reato principale è stato depotenziato. “Ma sono certo – ha aggiunto il legale – che a dibattimento faremo cadere anche questa imputazione”. Per il pubblico ministero è alquanto strano che il docente – titolare di una cattedra – non conoscesse i requisiti richiesti per accedere al titolo.