Il Tribunale di Lamezia Terme chiude? Grillo: “Scherzi a parte? No, è l’ltalia”

Pubblicato il 1 Giugno 2012 - 13:23 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (LaPresse)

LAMEZIA TERME – Il Tribunale di Lamezia Terme potrebbe chiudere e, come si legge sul sito “Lametino” ci sarebbe già una bozza e un piano pronto: “La bozza è stata presentata, certo, manca la firma del ministro Severino e l’ufficialità. Ma la proposta di salvare in Calabria Paola e Castrovillari e “cassare” solo tre tribunali quali Lamezia, Rossano e Scalea c’è. Palmi e Locri sarebbero salve “a priori” visto che la legge delega prevede tre tribunali per distretto di corte d’appelo e questi due comuni rientrano in quello di Reggio Calabria”.

Mentre in Calabria il personale giudiziario si è mobilitato, così come i sindacati, come racconta l’agenzia Asca, sul suo blog Beppe Grillo ironizza così:

“Se doveste tagliare un Tribunale (un fatto insensato in un Paese che ha bisogno di velocizzare la macchina della Giustizia), da dove iniziereste? Da un comune il cui consiglio comunale è stato sciolto due volte per mafia? Da un tribunale situato nell’epicentro della ‘ndrangheta? Concentratevi! La risposta non è il tribunale di Montepulciano, né quello di Sulmona e tanto meno quello di Ivrea. Verrà chiuso infatti il tribunale di Lamezia Terme. Non siamo su “Scherzi a parte”, siamo in Italia!”

Poi il leader del Movimento 5 Stelle pubblica la lettera di un lettore Pino d’Ippolito:

“Carissimo Beppe, Le strategie della “spending review” sembrano non conoscere limiti. Nel mirino dei tagliatori di teste sono finiti i Tribunali, tra questi, il Tribunale di Lamezia Terme. In una legge dell’era Berlusconi, la 148/2011, che ha convertito la cosidetta “Manovra di Ferragosto”, il Governo ha delegato sé stesso (in modo vietato dalla Costituzione) attraverso un emendamento, su cui ha posto la fiducia, dal contenuto completamente diverso dal testo-base, perché venisse operata a mezzo decreto delegato la revisione delle circoscrizioni giudiziarie e la cancellazione di alcune sedi giudiziarie. Stabiliti i criteri con i quali operare i tagli e subentrato il Governo Monti, il Tribunale di Lamezia Terme, il cui consiglio comunale è stato sciolto due volte per mafia, finiva nella lista nera, per il motivo di non essere in una sede capoluogo di provincia (nonostante Lamezia Terme sia, per numero di abitanti, la terza città della Calabria). Partivano le proteste di cittadini, avvocati, magistrati, cancellieri e personale tutto, ma il 30 maggio scorso vedeva la luce una bozza di decreto in cui si confermava la cancellazione mentre si salvavano altri tribunali più piccoli e con minor carico di lavoro ma, evidentemente, più “protetti” politicamente (a dispetto del governo tecnico). Alla faccia della tutela dei diritti dei cittadini, delle parolone sulla vicinanza della pubblica amministrazione, della lotta alla criminalità. Il provvedimento, se sarà sciaguratamente realizzato, non porterà alcun risparmio di denaro pubblico perché il Tribunale di Lamezia Terme (che da anni è ospitato in una recente ed efficiente costruzione e vanta ottime performance di lavoro) finirà accorpato ad altre sedi giudiziarie che dovranno ampliare le proprie strutture e perché i costi di trasferimento saranno assai ingenti”.