Lamolinara ucciso in Nigeria, i servizi italiani non sapevano del blitz

Pubblicato il 8 Marzo 2012 - 21:12 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 8 MAR – Il rapimento di Franco Lamolinara e' stata una vicenda seguita ''da vicino'' in questi dieci mesi dagli 007 dell'Aise, sottolinea una fonte di intelligence, in collaborazione con i colleghi inglesi e nigeriani. Con i quali, pero', lo scambio di informazioni non sempre sarebbe stato soddisfacente. Un difetto di comunicazione che ha raggiunto l'apice proprio oggi, con la notizia dell'operazione per la liberazione degli ostaggi data alle autorita' italiane – e appresa dagli stessi Servizi – a cose avvenute. Una circostanza grave, su cui il Copasir, l'organismo parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ha gia' fatto sapere che vuole vederci chiaro.

La prassi consolidata in casi del genere prevede infatti che la pianificazione, la decisione e l'esecuzione di un eventuale blitz veda il concorso di tutti i Paesi interessati. Nel caso del rapimento in Afghanistan, nel 2007, di due agenti del Sismi, fu l'Italia ad autorizzare le forze speciali britanniche – proprio l'Sbs, che oggi ha effettuato il blitz in Nigeria – a partecipare ad un'operazione congiunta con i commandos del Col Moschin. Anche in quel caso vi fu uno scontro a fuoco che si concluse con il ferimento di entrambi gli agenti e la successiva morte di uno di loro, Lorenzo D'Auria.

Il sequestro di Lamolinara e degli altri ostaggi italiani era stato oggetto di un punto di situazione fatto dal direttore del Dis, Gianni De Gennaro, nella sua ultima audizione al Copasir: secondo quanto si e' appreso il prefetto non aveva espresso particolari segnali che facessero pensare ad una svolta vicina, o a un blitz imminente. I servizi italiani in Nigeria vantano una buona rete di contatti, considerata anche la presenza massiccia di aziende nazionali, Eni in primis, e sembra che da questi contatti si fosse anche stabilito un buon canale con i rapitori.