L’Aquila, tensioni al varco della zona rossa: tornano le carriole

Pubblicato il 7 Marzo 2010 - 12:50 OLTRE 6 MESI FA

Armati di carriole, pale, picconi ma anche a bordo di un asino, i cittadini de L’Aquila ancora una volta sono tornati nella zona rossa per rimuovere da soli parte delle macerie del terremoto del 6 aprile 2009.

Con questa iniziativa, gli aquilani tornano a chiedere certezza sui tempi della ricostruzione e la possibilità di disporre di una normativa che faciliti lo smaltimento dei circa 4,5 milioni di tonnellate di macerie. Sono tanti gli slogan e gli striscioni tra cui “Riammessa la Polverini, riammesso Formigoni ora riammettiamo anche L’Aquila”.

I manifestanti – alcuni con addosso una fascia tricolore dove campeggia la scritta “Carriole!” ripetuta tre volte – si sono dati appuntamento in Piazza Duomo con l’intenzione di arrivare fino a Piazza Palazzo – zona ancora interdetta – cosa che dovrà però essere concordata con le forze dell’ordine.

E proprio a cento metri di distanza partirà alle 11 una mobilitazione in favore del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, programmata alla Villa Comunale. All’inizio della giornata ci sono stati alcuni minuti tensione quando al varco della zona rossa dei Quattro Cantoni il blocco è stato violato per la quarta domenica di fila dai manifestanti: mentre le scorse settimane le forze dell’ordine avevano lasciato passare la gente per evitare disagi, questa settimana la polizia ha tentato di trattenere i manifestanti, salvo poi, dopo cinque minuti di spinte, dover cedere ancora una volta.

«È inaudito che ogni domenica bisogna fare questo rituale, questa pantomima per poter fare una cosa che ci spetta di diritto» ha commentato Sara Vegni del comitato 3e32. Ma c’è indignazione anche da parte della folla: «Avevamo concordato la possibilità di accedere a piccoli gruppi nella piazza . Non capisco perchè si arrivi a questi episodi di tensione che mi auguro non siano voluti da qualcuno per gettare discredito sulla nostra manifestazione pacifica» ha spiegato Marco Valeri.