Lasagne Findus, tortellini Nestlé: carne di cavallo in 1 porzione su 13

Pubblicato il 16 Aprile 2013 - 10:29| Aggiornato il 18 Gennaio 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Lasagne, tortellini e hamburger: una porzione ogni 13 in Italia contiene carne di cavallo non dichiarata sull’etichetta. Nessuno dei grandi marchi è salvo, dalla Nestlé a Findus e Buitoni. Il rapporto dei Nas inviato al ministero della Salute, ed eseguito dopo lo scandalo della carne di cavallo esploso in Gran Bretagna, mostra numeri elevati anche in Italia. Un numero tale che fa pensare ad una “truffa“, secondo il quotidiano, più che ad un “errore industriale“.

Se le tracce di carne di cavallo non dichiarata superano l’1% si oltrepassa il confine sottile tra “l’errore industriale e la truffa”, scrive Repubblica. “Confine” che in alcuni casi supera il 20%. I numeri del fenomeno sono elevati: su 454 campioni prelevati da carabinieri per la tutela della salute, 33 sono risultati positivi per la presenza di carne di cavallo non dichiarata.

In un primo momento Repubblica scriveva che i campioni positivi erano 93 su 454, cioè 1 porzione su 5, dato rettificato poi dalla Commissione europea che lo aveva diramato.

Repubblica scrive:

“Fra i prodotti individuati fuori norma ci sono i più importanti marchi da scaffale: Findus, Nestlè, la controllata Buitoni. Nel 90 per cento dei casi sono risultati irregolari i macinati all’interno di pasti alimentari (lasagne, ravioli, tortellini). Alcune irregolarità hanno riguardato confezioni di hamburger e in un caso l’impasto contenente cavallo è finito in un imballo di olive ascolane”.

Il fenomeno della carne di cavallo nei preparati commerciali è in ascesa e gli investigatori hanno ipotizzato fosse legato alla crisi dell’ippica, con gli allevatori che parlarono nel 2012 di 15mila cavalli da ippodromo destinati al mattatoio, spiega Repubblica. Cavalli la cui carne avrebbe potuto contenere fenilbutazone, un pericoloso anti-infiammatorio non dopante, trovato nei campioni di carne in Gran Bretagna.

Lo scandalo della carne di cavallo è un fenomeno che allarma l’Europa, scrive Repubblica che ne traccia il percorso:

“Attraverso le indagini allestite in mezza Europa, si è fin qui scoperto che al centro dello scandalo alimentare c’è un importatore olandese di 62 anni, Jan Fasen, già condannato un anno fa per una frode analoga e liberato per buona condotta. È sua la società Draap Trading, olandese ma registrata a Cipro, che ha comprato 60 tonnellate di carne di cavallo in un centro di macellazione in Romania per ri-etichettarla come bovina, dopo un passaggio a Nicosia, in un centro frigorifero olandese”.

Il commercio è florido, la carne bovina costa 5 volte di più di quella equina e le contaminazioni sono state registrate in 19 Paesi europei:

“Ci sono stati tre arresti in Gran Bretagna, dove un milione di surgelati tra spaghetti alla bolognese e hambuger Findus sono stati ritirati dal commercio (l’impasto era totalmente di carne di cavallo). Due catene di supermercati tedeschi hanno ritirato dal mercato le lasagne, Nestlé, primo produttore alimentare al mondo, ha tolto dagli scaffali italiani e spagnoli i ravioli e i tortellini alla carne di manzo marchiati Buitoni. Ikea ha distrutto ogni residuo delle polpettine offerte nelle sue cucine. La Coldiretti segnala come nel corso del 2012 l’Italia abbia importato dall’Olanda 65 mila tonnellate di carne bovina. «È una truffa globale, oltre ai cavalli in quelle confezioni potrebbero esserci finiti altri animali»”.

E sull’errore dei dati della Commissione Ue nasce un nuovo “giallo” sulla vicenda: la pubblicazione dei dati, prevista per la mattina del 16 aprile, dopo una prima rettifica è stata rimandata al pomeriggio. Si tratterebbe, ha spiegato il portavoce del commissario Ue alla salute Tonio Borg, di un problema di ”controllo delle cifre esatte per alcuni stati membri”.

Tra questi, alcuni tra cui l’Italia, hanno già reso noti i risultati nazionali. E sembrerebbe che, tra i vari dati che Bruxelles sta rivedendo, proprio quelli italiani non fossero corretti. In ogni caso sarebbero nell’ordine di circa il 4,5% i campioni di carne esaminati in cui è stata rinvenuta una presenza di carne di cavallo superiore all’1%.