Latina. Detenuto di 28 anni morto in carcere

Pubblicato il 24 Maggio 2012 - 22:07 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Un detenuto italiano di 28 anni è morto la mattina del 24 maggio all’interno della sua cella nel carcere di Latina. Lo rende noto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni con un comunicato. ”Quello registrato oggi è il settimo decesso dall’inizio dell’anno nelle carceri della Regione Lazio – afferma Marroni -: prima di quello odierno, cinque decessi erano stati registrati a Roma ed uno a Viterbo”.

Secondo le informazioni in possesso del Garante, il giovane, originario di Gaeta e con problemi legati all’uso di droghe, era stato arrestato il 23 maggio per il furto di un portafogli e trasferito in serata nel carcere di Latina. Subito dopo il suo ingresso nel penitenziario l’uomo aveva accusato dei dolori ad un fianco, era stato visitato e gli era stato somministrato un antidolorifico.

Ad accorgersi del decesso il 24 maggio è stato il compagno di cella che rientrando dall’ora d’aria lo ha trovato esanime. I soccorsi sono stati immediati, riferisce l’ufficio del Garante: all’uomo è stato praticato prima il massaggio cardiaco poi si è tentato di rianimarlo anche con il defibrillatore, ma e’ stato tutto inutile.

”Dalle informazioni in mio possesso – ha detto Marroni – è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita di quest’uomo e, dunque, non mi sembra vi siano addebiti specifici da fare, anche se spetterà alla magistratura fare chiarezza anche attraverso una eventuale autopsia”.

”Ma, al di là di questa tragedia, l’ennesima dall’inizio dell’anno nelle carceri della Regione, mi preoccupa la situazione della struttura di Latina – ha aggiunto il Garante -. Un carcere con evidenti problemi strutturali aggravati dalle gravi carenze di organico della polizia penitenziaria e, soprattutto da un sovraffollamento record: oggi i detenuti erano 193 a fronte di una capienza regolamentare di 86 posti. Da mesi il saldo fra chi entra e chi esce dal carcere è negativo e, ormai da giorni, una ventina di detenuti devono dormire per terra per mancanza di spazi. In queste condizioni diventa problematico non solo salvare vite, ma anche garantire condizioni minime di vivibilità”.