Donna sciolta nell’acido: Grisolia capo di gabinetto, processo azzerato

Pubblicato il 1 Dicembre 2011 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Viene azzerato il processo sulla morte di Lea Garofalo, sciolta nell’acido. Perché? Per la nomina del presidente della Corte d’Assise Filippo Grisolia a capo di gabinetto del Ministero della Giustizia.

I giudici della prima corte d’assise di Milano, presieduta da Anna Introini che ha sostituito Filippo Grisolia, hanno deciso, accogliendo le richieste delle difese, che il processo debba ripartire da zero.

Un ritardo nel procedimento sarebbe molto grave: se entro luglio non si arriverà alla sentenza di primo grado i sei imputati ora in carcere, tra i quali Cosco, potrebbero ritornare in libertà per la scadenza dei termini di custodia cautelare. I sei vennero arrestati a ottobre dell’anno scorso dai carabinieri di Milano coordinati dal pm della Dda Marcello Tatangelo e dalla collega Maria Letizia Mannella.

C’è inoltre un altro impedimento. L’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano sul tribunale di Reggio Calabria, che mercoledì ha portato tra l’altro all’arresto del giudice Vincenzo Giglio e dell’avvocato Vincenzo Minasi, potrebbe causare nuovi problemi al procedimento in cui tra l’altro la figlia di Lea Garofalo, Denise, ha testimoniato contro il padre Carlo Cosco per l’omicidio della madre. L’avvocato Minasi infatti è il difensore di uno dei sei imputati nel processo.

Minasi è accusato nel processo milanese di concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d’ufficio e intestazione fittizia di beni, reati aggravati dalla finalità di favorire l’associazione mafiosa; in quello reggino è indagato per associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni.