Lecce, condannato l’ex presidente Semeraro. Avvelenamento falde acquifere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2013 - 22:14 OLTRE 6 MESI FA
Lecce, condannato l'ex presidente Semeraro. Avvelenamento falde acquifere

Lecce, condannato l’ex presidente Semeraro. Avvelenamento falde acquifere

LECCE- Giovanni Semeraro, ex presidente della squadra del Lecce, è stato condannato a 2 anni e sei mesi di reclusione perché ritenuto responsabile di avvelenamento da idrocarburi della falda acquifera di una vasta zona a nord della città e omessa bonifica. Tre gli anni di reclusione richiesti dall’accusa sostenuta dal procuratore aggiunto Ennio Cillo.

La condanna è stata decisa nell’ambito del processo nato dall’inchiesta dei carabinieri del Noe di Lecce sullo Studium 2000, il costruendo polo universitario nei pressi del cimitero di Lecce, i cui terreni – secondo l’accusa – sarebbero stati inquinati da idrocarburi fuoriusciti dall’ex deposito di carburanti Apisem, dismesso nel 1997 e di proprietà della “Rg Semeraro”, facente capo dell’imprenditore leccese.

Semeraro è stato condannato a 2 anni e 2 mesi per avvelenamento colposo di acque e a 4 mesi per mancato avviso dell’avvio della procedura di bonifica relativa al primo decreto di citazione a giudizio del 13 novembre 2009. Il giudice ha sospeso la pena a condizione che l’imputato adempia all’obbligo di eliminazione delle conseguenze dannose del reato mediante la bonifica e il ripristino dello stato dei luoghi, ovvero delle aree di pertinenza della ‘Rg Semeraro’, dell’Università del Salento, di Sergio Fiorentino e del Comune di Lecce, ovvero della zona relativa al parco di Belloluogo.

E’ stato riconosciuto in sostanza l’inquinamento di tutte le aree circostanti l’ex Apisem. Disposto anche il risarcimento per le parti civili (Regione Puglia, Codacons, Legambiente, Università, e Sergio Fiorentino, che abitava nella zona) che dovrà avvenire entro 90 giorni dal passato in giudicato della sentenza. Il giudice ha anche deciso la trasmissione degli atti al pm per eventuali determinazioni di reato, ovvero omissione di atti di ufficio e concorso autonomo nell’avvelenamento colposo delle acque, a carico del Sindaco di Lecce, del dirigente dell’Ufficio Ambiente, del Dirigente del Servizio di Gestione Rifiuti e Bonifica della Regione Puglia, nonché del funzionario responsabile del procedimento amministrativo della stessa Regione Puglia..