Lega Nord, consigliere: “Se avessi figlio gay lo brucerei”

di Ermete Trismegisto
Pubblicato il 10 Febbraio 2016 - 16:43 OLTRE 6 MESI FA
Lega Nord, consigliere regionale: Se ho figlio gay lo brucio

Lega Nord, consigliere regionale: Se ho figlio gay lo brucio

GENOVA – “Se avessi un figlio omosessuale lo butterei in una caldaia e gli darei fuoco”. Parole pronunciate da un personaggio pubblico. In pubblica occasione e davanti ad un gruppo di persone che hanno dei figli omosessuali. E’ choc in Liguria per le dichiarazioni attribuite a Giovanni De Paoli, consigliere regionale della Lega Nord in Liguria che prima insiste: “Non devo chiedere scusa a nessuno”. E poi smentisce: “Ho detto il contrario ‘se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno'”.

De Paoli, secondo quanto riferisce il presidente genovese dell’associazione Agedo Giovanni Vianello, lo avrebbe detto rivolgendosi  ad un gruppo di genitori di ragazzi omosessuali a margine di una audizione presso la commissione regionale salute e sicurezza sociale. “Mi si è gelato il sangue – ha detto all’ANSA Vianello – mi è venuta la pelle d’oca e ho pensato subito ai lager nazisti”.

“Eravamo andati in commissione per presentare le problematiche di noi genitori di figli omosessuali – ha spiegato ancora Giovanni Vianello -. Al termine della audizione c’è stato un battibecco tra un gruppo di genitori e il consigliere. A un certo punto il padre di un ragazzo omosessuale gli ha chiesto cosa avrebbe fatto se avesse avuto un figlio omosessuale. Lui si è girato per andarsene ma prima ha detto quella frase terribile”.

Secondo quanto riferito da Giovanni Vianello, la frase è stata pronunciata davanti ad altri due genitori, Manrico Polmonari e Stefania Gori. “Non so cosa faremo, potrebbe starci anche una denuncia, in fondo quel signore rappresenta una istituzione. Ma ripeto, io sono rimasto di sasso, mi è salito un brivido lungo la schiena. Non ho saputo rispondere”.

Le stesse parole sono state riferite al quotidiano la Repubblica anche da Stefania Gori, un’altra rappresentante dell’associazione di genitori omosessuali, che se le è sentite dire in faccia:  “Ci siamo sentiti gelare il sangue, perché parlava anche di nostro figlio – dice ancora scossa Stefania Gori- credo che sia allucinante questo comportamento, tanto più da un rappresentante pubblico”

Secondo quanto riporta il quotidiano la Repubblica al termine della seduta della commissione regionale in cui si discuteva di legge regionale sulla famiglia e in cui erano stati ascoltati i rappresentanti del coordinamento Rainbow, che da due anni riunisce molte sigle regionali del mondo Lgbt e di Amnesty, il consigliere De Paoli si è trattenuto a parlare con alcuni di essi, tra cui Stefania Gori e Manrico Polmonari, entrambi rappresentanti Agedo, delegati per partecipare alla commissione.

“Il consigliere De Paoli stava dicendo che non condivideva l’omosessualità- spiega ancora Gori – e noi ribattevamo, ma tutto avveniva con grande calma, l’importante è che ci sia amore, tra due persone. A quel punto, mio marito, Manrico Polmonari, ha chiesto al consigliere cosa avrebbe fatto se avesse scoperto che suo figlio è omosessuale. E De Paoli ha risposto con quella terrificante frase: “se mio figlio fosse omosessuale lo brucerei nel forno”.

Ma De Paoli, interpellato sul caso, oscilla tra la smentita e la conferma di una posizione comunque netta. “Non ho detto quella frase -dice – ma sono tradizionalista, lo ammetto. Non potrò mai ammettere quelle cose dei figli omosessuali. Dite che ho esagerato? Dico sempre la verità. É quello che pensa la gente. La famiglia è un papà e una mamma, un nonno e una nonna. Cosa farei se avessi un figlio omosessuale? Se fosse una malattia lo curerei, ma invece penso sia un vizio e non ci sarebbe nulla per guarirlo”. E aggiunge: “Io non chiedo scusa a nessuno, io non parlavo di loro, parlavo di cose mie, di cosa avrei fatto io, parlavo della mia posizione. E la commissione era finita”. De Paoli è un fiume in piena e non fa un passo indietro: “Sono viziati, viziosi, e mi fanno solo pubblicità”.

Salvo poi smentire spudoratamente in una nota: “Un grande polverone sul niente, come troppo spesso avviene quando si parla del centro destra italiano, vittima di pregiudizi evidentemente duri a finire. Non ho mai detto la frase che mi è stata erroneamente attribuita dagli organi di stampa, peraltro non presenti all’evento in questione. Al contrario la mia frase era esattamente opposta e nello specifico ‘se avessi un figlio gay non lo brucerei nel forno‘”.