“Lele Mora deve restare in carcere”: la decisione del gup Meyer

Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Lele Mora deve restare in carcere. Lo ha deciso il gup di Milano Elisabetta Meyer dopo gli esiti della perizia disposta dal giudice che ha dichiarato la compatibilita’ delle condizioni di salute dell’agente dei vip con il carcere dove si trova da oltre 7 mesi. A sollecitare la perizia per valutare le condizioni di salute era stata la stessa procura di Milano. Per il giudice quindi permangono le esigenze cautelari.

Secondo la perizia dello psichiatra Antonio Marigliano, depositato ieri al gup, ”lo stato di salute complessivo” di Mora, che lo scorso 30 dicembre ha tentato il suicidio ad Opera dove e’ detenuto, ”non presenta attualmente segni clinici tali da farlo ritenere non compatibile con la detenzione carceraria”. Per il professore Marigliano, poi, il carcere di Opera e’ ”una sede” nella quale ”esiste un attrezzato centro clinico” che puo’ seguirlo al meglio.

Lo stesso medico, pero’, nella relazione ha parlato anche di ”sintomi e segni clinici” che ”saltuariamente” si presentano in fase acuta e che dunque ”puo’ indicarsi come opportuno un temporaneo ricovero” in ospedale, dove ”potra’ essere richiesto l’intervento di uno specialista psichiatra”.    Stamani il gup ha depositato il provvedimento con cui conferma il carcere, sulla base della perizia e delle esigenze cautelari che non si sono affievolite.

La perizia era stata disposta nei mesi scorsi dal giudice, anche su sollecitazione dei pm Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, dopo che piu’ volte i legali del talent scout, gli avvocati Luca Giuliante e Nicola Avanzi, avevano denunciato le sue critiche condizioni di salute. Mora, infatti, che ha patteggiato 4 anni e 3 mesi di reclusione per la bancarotta della sua ‘Lm Management’ ed e’ detenuto dal 20 giugno 2011, e’ dimagrito di oltre 30 kg e, come hanno spesso denunciato i suoi avvocati, e’ molto sofferente dal punto di vista psicologico. Sia il gup sia il Tribunale del Riesame piu’ volte nei mesi scorsi hanno respinto le diverse richieste di arresti domiciliari avanzate dalla difesa, motivando, in sostanza, le ‘bocciature’ delle istanze con il pericolo di fuga.