La lettera-appello di un padre: “Mio figlio picchiato dal branco, basta terrore”

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 - 10:15 OLTRE 6 MESI FA

Un padre che scrive una lettera-appello a Repubblica, chiedendo al sindaco di Milano, al prefetto e al ministro dell’Interno di fermare una strage silenziosa. Quella del branco: ragazzi giovanissimi e violenti che il sabato sera, magari dopo qualche bicchiere, sono capaci di pestare a sangue un adolescente per rubargli 5 euro. E’ la storia che questo padre scrive nella sua lettera, la storia di molte famiglie.

Sergio Bonomi descrive con quale ansia un padre viva il sabato sera, serata in cui tutti i ragazzi escono con gli amici andando incontro a possibili aggressioni, piuttosto facili ultimamente: “È mezzanotte e mezzo, Giulia dice: «Sentiamo se va tutto bene». Purtroppo le cose non vanno affatto bene, il più piccolo è incappato in un branco (sei ragazzi e due ragazze), tutti più grandi di lui e del suo amico. L’amico riesce a scappare, lui no. Nemmeno il tempo di una parola, uno del branco, il più grande, lo afferra per un braccio. L’animale sferra un pugno diretto alla faccia, la preda cade a terra, il resto del branco comincia a picchiarlo a sangue, calci e pugni sul volto. Alla fine gli sfilano 5 euro dalle tasche e se ne vanno. L’amico assiste, nascosto, alla scena agghiacciante, ammutolito, attonito, impotente. Il suo amico giace a terra in strada, è una maschera di sangue, non si muove…”.

Il ragazzo ha una mandibola frantumata, una massa nel cranio non ben definita e ne avrà per tre mesi. Sergio Bonomi scrive perché è esasperato, perché il caso del figlio non è isolato: la rissa è diventato un pericoloso “trend” per molti ragazzi.  “Mi rivolgo a lei signor sindaco di Milano, a lei signor prefetto, a lei signor ministro dell’Interno, per porgervi una domanda: dove siete? I vostri figli muoiono per strada. I vostri figli non hanno più ideali. I vostri figli si sono arresi”.