Rivolta dei taxi in Italia: restano a piedi Roma, Torino e Napoli

Pubblicato il 13 Gennaio 2012 - 09:38 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Roma, Torino e Napoli sono le città dove la rivolta dei taxi è iniziata. I tassisti sono in sciopero contro le liberalizzazioni delle licenze previste dalla bozza del decreto del governo di Mario Monti. La stazione Termini a Roma ha visto il blocco la sera del 12 gennaio. Solo famiglie con bambini ed anziani hanno potuto usufruire del servizio. A Napoli è stata bloccata la piazza del Plebiscito, ma lo sciopero è stato dichiarato illegittimo dalle authority. Servizio fermo anche a Torino dal pomeriggio del 12 gennaio.

”La categoria e’ in fermento e Il governo smentisca la bozza di decreto circolata sui media”. Lo dichiarano in una nota i rappresentanti del direttivo Ugl-taxi Pietro Marinelli, Franco Popolini, Alessandro Genovese e Fabio Proia. ”Siamo pronti al dialogo e disponibili al confronto ma sul cumulo delle licenze e sulla territorialita’ delle licenze diciamo no a priori”.

Blocco totale dei taxi a Roma. Il presidio a Palazzo Chigi come annunciato ieri sera, doveva riguardare solo le auto bianche libere dal servizio, sta facendo proseliti anche tra coloro che oggi avrebbero dovuto essere in turno. Alla stazione Termini si registrano forti disagi cosi’ come all’aeroporto di Fiuminino e a quello di Ciampino. Pressoche’ impossibile oggi trovare un taxi nella Capitale. I tassisti intanto si stanno raccogliendo a Largo Chigi: sono circa 150 e si dirigeranno a Palazzo Chigi.

A Torino le centrali di chiamata 5737 e 5730 sono  aperte, ma gli operatori non possono soddisfare le richieste dei clienti e li limitano a informarli che il servizio e’ sospeso. Sono garantite soltanto le corse per i servizi urgenti, come, ad esempio, per il trasporto dei pazienti in cura day hospital o dei disabili. Bloccata l’attivita’ all’aeroporto di Caselle, dove rimane un presidio permanente di tassisti in sciopero. Nel territorio comunale di Torino i tassisti sono circa 1.600.

Seconda notte di assemblea in piazza del Plebiscito, con sospensione del servizio, da parte dei tassisti napoletani che stanno protestando contro l’ipotesi di liberalizzazione del settore.   Molti i taxi rimasti parcheggiati per tutta la notte di fronte al Palazzo Reale. Il loro numero dovrebbe incrementarsi nelle prossime ore con l’arrivo di altre vetture in piazza del Plebiscito.

Caos a Termini e a Fiumicino, tassametri fermi e luci spente, le auto bianche si sono fermate tutte insieme, lasciando appiedati turisti e romani in attesa al parcheggio.  ”Qua non s’affitta – affermano in coro -. Ci hanno rovinato, stasera qui resta tutto fermo”. A decine hanno creato un piccolo presidio sia a Fiumicino sia a piazza dei Cinquecento, appena all’esterno della stazione Termini. Gli unici autorizzati a salire sulle auto bianche sono state famiglie con bambini, anziani e persone dirette all’ospedale.

”La nostra vuol’essere una protesta contro le liberalizzazioni decise dal governo – afferma uno dei tassisti, Massimiliano Marengo -. A Roma ci sono 8.000 taxi, se ne dovessero arrivare altri il mercato si saturerebbe lasciandoci praticamente senza stipendio”.   ”Tutti si lamentano dei prezzi qui a Roma – gli fa eco Pino Pizzuti -, ma nessuno dice che da cinque anni le tariffe sono ferme, mentre il prezzo della benzina e’ salito alle stelle. Tra manutenzione, carburante e contributi tra un po’ non arriviamo a fine mese”. Sorpresi ed amareggiati i passeggeri in fila.

”Non sapevamo di questa protesta – dicono -. Ma non possono negare il servizio, questo e’ un reato”. ”Sono appena arrivato dalla Calabria, ho fatto un viaggio lunghissimo ed ora sono costretto ad andare in albergo con l’autobus”, sottolinea un altro passeggero.   In molti si avviano verso la fermata, mentre altri decidono di incamminarsi a piedi. ”Io resto qui – dice una ragazza -. Sono a favore delle liberalizzazioni e qualcuno mi deve portare a casa. Ho paura a prendere l’autobus per arrivare a Torpignattara, gia’ una volta mi e’ capitato di essere stata molestata”.

Intanto la protesta continua, con qualche battibecco tra i tassisti. Qualcuno decide di continuare a lavorare, finendo ben presto preso di mira da minacce ed insulti da parte dei colleghi che hanno aderito all’iniziativa. A Fiumicino il servizio taxi si e’ fermato alle 21, dopo l’assemblea spontanea nata nel parcheggio.   ”Ci aspettiamo che il Governo smentisca la bozza che abbiamo letto oggi sui giornali – dicono -: altrimenti non sappiamo da domani cosa possa succedere, non escludiamo nulla, la situazione sta precipitando”. Intanto, proprio per domani gia’ dalle 9, i tassisti si sono dati appuntamento sotto palazzo Chigi, pronti a ”scatenare l’inferno”.