Liberalizzazioni, tassisti disorientati: monta la protesta contro il decreto

Pubblicato il 21 Gennaio 2012 - 00:00 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 20 GEN – Il decreto c'e', i tassisti per ora non scatenano la guerra totale minacciata dall'ala piu' dura, ma la rivolta e' gia' iniziata. Il rinvio all'Authority dei trasporti di ogni decisione definitiva sulla liberalizzazione delle licenze prende un po' di sorpresa il raduno bellicoso del Circo Massimo, a Roma, che ieri aveva accolto malissimo bozze e indiscrezioni sul provvedimento. In altre citta' la reazione e' invece immediata e non mancano episodi violenti.

A Napoli i conducenti 'assediano' il Teatro San Carlo, rovesciando cassonetti dei rifiuti. A Genova un operatore di Telenord viene malmenato. Nel pomeriggio a Milano un tassista in servizio era stato aggredito dai colleghi. Lo sciopero della categoria di lunedi' prossimo e' confermato. Domani 'turni liberi' a Roma: ''Faremo vedere che vuol dire 8 mila auto in giro contemporaneamente'', dicono i tassisti.

Nel quartier generale della protesta nella capitale, al Circo Massimo, si segue in diretta la conferenza stampa serale del premier Mario Monti sugli I-Pad e con le autoradio, a portiere aperte. Centinaia di taxi occupano le strade intorno alla grande area archeologica nel centro. Poco prima che parli il presidente del Consiglio, i conducenti infuriati se la prendono con fotografi e cameraman, tentando di cacciarli via. Temono che i loro peggiori timori si realizzino.

Poi il sottosegretario Antonio Catricala' spiega il provvedimento, riconosce alcune buone ragioni della categoria e la rabbia della vigilia sembra spegnersi. Le forze dell'ordine fanno cordone per contenere i tassisti venuti da tutta Italia, soprattutto quelli di Napoli, i piu' accesi. Proprio nel capoluogo partenopeo, invece, circa duecento di loro muovono in corteo fino a piazza Plebiscito. A Genova ce ne sono altrettanti in piazza De Ferrari, un operatore tv viene preso a calci.

''Approvare norme del genere significa favorire la deregolamentazione selvaggia che portera' solo sfruttamento, caporalato, evasione fiscale e contributiva, e perdita dei diritti dei lavoratori'', attacca il segretario nazionale della Unica-Cgil Taxi, Nicola Di Giacobbe, anche lui al Circo Massimo.

Non sono bastati cinque giorni di mobilitazione in tutta Italia, con epicentro nella capitale, tra petardi, risse intestine, attacchi ai 'crumiri' vicino a Palazzo Chigi e disagi per i cittadini, fra taxi introvabili e traffico congestionato. Una protesta che ha mostrato un'ampia fazione di duri, refrattaria a qualsiasi cedimento alla liberalizzazione delle licenze. Un fronte che adesso si prepara alla guerra.