Linus e Jerry Calà contro la movida: “30-40enni vitelloni, spritz e mascherina calata”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Maggio 2020 - 10:43 OLTRE 6 MESI FA
Linus e Jerry Calà contro la movida: "30-40enni vitelloni, spritz e mascherina calata"

Linus e Jerry Calà contro la movida: “30-40enni vitelloni, spritz e mascherina calata” (Foto Ansa)

ROMA – Linus contro la movida incontrollata: “Colpa dei 30-40enni vitelloni”. E anche Jerry Calà: “Macché ragazzini… Io vedo vitelloni con spritz in mano e mascherina calata”. 

Secondo il deejay sarebbero gli over trenta i veri incoscienti di questa fase. Linus infatti in una intervista ad Huffington Post Italia spiega:

“Il mondo di giovani o finti giovani, non dei 18enni ma dei 35-40enni che se lo possono permettere e che non si rassegnano a mollare il ruolo di vitelloni, termine che li fotografa perfettamente.

Eterni bambinoni che tutte le sere devono avere una birra in mano, secondo me i più pericolosi in questo momento, che sembra non gliene freghi niente di quello che è successo”.

Ma che Jerry Calà, che di certo non si è mai tirato indietro dalla movida e dall’aperitivo dice in una intervista al Giornale: 

“Sono uscito e chi ho trovato per strada? Non certo i ragazzini, che erano molti meno di quanti sono di solito. Erano molto più numerosi i vitelloni, come li chiama Linus, ossia i quarantenni in gruppo.

Tanti erano con la mascherina calata intorno al collo e lo spritz in mano. Sembrava quasi non gliene fregasse nulla di ciò che è accaduto e sta ancora accadendo.

Questo sarebbe un fenomeno da studiare anche da un punto di vista sociologico. Sono i quarantenni cresciuti con gli spritz che forse credono di non poterne più fare a meno.

Oltre a creare un pericolo oggettivo, procurano anche un pesante danno di immagine perché le loro foto, quando poi escono sui giornali o sui social, fanno cambiare idea anche a chi aveva deciso di uscire rispettando le regole.

Pensano che sia rischioso fare due passi in giro, prendersi un gelato o mangiare finalmente qualcosa al ristorante. E restano a casa”. (Fonti Il Giornale e Huffington Post).