L’Italia un paese per vecchi. Nella scuola concorsi bloccati, negli uffici solo over 50. Intanto dalla Gazzetta ufficiale è scomparsa la norma “libera-posti” cara ai ministri Tremonti e Brunetta

Pubblicato il 8 Luglio 2009 - 19:42 OLTRE 6 MESI FA

Concorsi bloccati nelle scuole e nessuna assunzione, capilista nella politica che superano i 60 anni, nei tribunali i magistrati ordinari hanno in media 58 anni. Sono solo alcuni dati che fotografano l’Italia come un paese per vecchi.  Riguardo la scuola, l’ultima indagine dell’Ocse parla del 52% del corpo docente con più di 50 anni; solo 3 su 100 non hanno compiuto i 30 mentre negli altri paesi la media è invertita. «L’Italia ha la forza lavoro più anziana tra i Paesi Talis». Questo l’allarme lanciato dall’Ocse proprio tre settimane fa. Il problema fondamentale è che non si assume. E questo comporta che in cattedra ci si arriva solo in tarda età. Si stima che l’età media dei professori ordinari è di 58, mentre di quelli associati è di 52. Per i ricercatori è 44. In Europa gli standard sono diversi: si parla di salire in cattedra a 43 anni.

Nelle aule dei tribunali stesso problema con medie che anche qui si aggirano sopra la cifra cinquanta. In questo caso l’età è proporzionale al grado di giudizio, fino ad arrivare all’ultimo grado con un’età di 66 anni. I più giovani, con i loro 52 anni, sono i giudici amministrativi.

Anche negli uffici dell’amministrazione pubblica stessa situazione: solo over 50. All’Inps l’età media dei dirigenti di prima fascia è di 61 anni mentre all’Enea, il più grande ente di ricerca italiano, i dirigenti sono tutti over 60 e i “giovani ricercatori” hanno un’età media di 50 anni.

Intanto la norma “libera-posti” cara ai ministri Tremonti e Brunetta sembra essere sparita dalla Gazzetta Ufficiale. Con questa legge il governo sperava di poter mandare a casa molti anziani dipendenti della pubblica amministrazione. Peccato che la norma non avrebbe avuto effetti su alcune categorie: quali magistrati e professori universitari.