Lockdown a Natale e 15mila casi al giorno in 2 settimane: il virologo Crisanti mette paura

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Ottobre 2020 - 12:12 OLTRE 6 MESI FA
Lockdown a Natale e 15mila casi al giorno in 2 settimane: il virologo Crisanti mette paura

Lockdown a Natale e 15mila casi al giorno in 2 settimane: il virologo Crisanti mette paura (Foto Ansa)

Un lockdown a Natale e oltre 15mila casi al giorno entro due settimane. Le parole del virologo Andrea Crisanti sono allarmanti, ma i contagi non diminuiscono…

Ci sarà un nuovo lockdown a Natale? Secondo Andrea Crisanti, virologo dell’università di Padova, sarà così. “Credo che un lockdown a Natale sia nell’ordine delle cose – dice Crisanti a Studio 24 su Rainews – si potrebbe risettare il sistema, abbassare la trasmissione del virus e aumentare il contact tracing. Così come siamo il sistema è saturo”. 

Quindi Crisanti prosegue: “Via via che i casi sono aumentati, la capacità di contact tracing e fare tamponi diminuisce e si entra in un circolo vizioso che fa aumentare la trasmissione del virus. Più che misure sui comportamenti occorre bloccare il virus: tra 15 giorni non vorrei trovarmi a discutere di 15mila casi al giorno”.

L’idea di restare chiusi in casa anche tutto il periodo natalizio fa tremare gli italiani, così come i numeri pronosticati da Crisanti: più ricoveri e più morti. “Le terapie intensive sono in ritardo di una settimana, i morti di circa 20 giorni: con l’aumento dei contagi questi numeri peggioreranno”.

La questione dei trasporti pubblici affollati

Crisanti spiega che treni, autobus e metropolitane troppo affollate favoriscono la trasmissione del virus. “I mezzi affollati sono una situazione che favorisce il contagio. Una cosa che si potrebbe fare è obbligare i passeggeri a indossare mascherine chirurgiche e vietare l’ingresso con mascherine fai da te. Avrebbe più effetto che discutere se diminuire la capienza”.

Quindi Crisanti attacca il Comitato tecnico scientifico: “Il Cts manca di supporto tecnico-scientifico: è incredibile che non ci siano esperti del mondo accademico come avviene in tutti i Paesi del mondo. Invece ci sono esperti che l’epidemia l’hanno vista in televisione, non hanno visto come si combatte contro il contact tracing e gli effetti delle misure”.