In Lombardia basta odori molesti delle imprese

Pubblicato il 23 Febbraio 2012 - 18:27 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – Per gli odori molesti oggi ci sono nuove regole e la Lombardia fa da apripista su questo terreno. Discariche, impianti di compostaggio, fonderie, allevamenti intensivi, impianti di depurazione delle acque. Per queste ed altre aziende sono arrivate delle novità che potrebbero mettere la parola fine ai contenziosi con il territorio e le agenzie regionali per la protezione dell’ambiente e che hanno messo sul piede di guerra schiere di residenti preoccupati per la loro salute, oltre che per le loro narici. Di casi come ad esempio le puzze di San Grato prodotte dall’industria farmaceutica Euticals o della Viscolube di Pieve Fissiraga, specializzata nella rigenerazione degli oli usati, spesso finite al centro delle lamentele dei lodigiani, se ne potrebbe sentire parlare molto meno.

La Lombardia è la prima regione in Italia ad aver approvato delle linee guida per la misurazione delle emissioni odorigene da impianti industriali, aprendo così la strada alla futura definizione di soglie di tolleranza differenziate in base alle specificità del territorio. In pratica il legislatore regionale ha messo nero su bianco i limiti precisi oltre i quali l’odore non è più accettabile e, soprattutto, ha introdotto criteri precisi con i quali controllarne il rispetto. “È un atto che le imprese ci chiedevano da tempo”, ha spiegato Marcello Raimondi, assessore regionale all’Ambiente, Energia e Reti, promotore della delibera insieme con gli assessori Giulio De Capitani all’Agricoltura e Daniele Belotti al Territorio e Urbanistica, “che permetterà di evitare spiacevoli contenziosi con i cittadini che legittimamente pretendono di non dover respirare le emissioni di alcuni grandi insediamenti produttivi. In questo modo si semplifica anche la vita delle aziende che sapranno, fin dal momento del loro insediamento, come premurarsi per non emettere odori fastidiosi”. Destinatarie delle nuove indicazioni sono tutte quelle imprese che, per avviare la loro attività, necessitano di Valutazione di impatto ambientale (Via), Autorizzazione di impatto ambientale (Aia) e Autorizzazione alla gestione dei rifiuti.

La valutazione di impatto odorigeno sarà obbligatoria nel caso di nuovo impianto o di una sua modifica sostanziale. Per quelli esistenti, in caso di accertato disagio olfattivo, le linee guida prevedono una procedura di valutazione e soluzione della problematica. Una ventata di chiarezza, anche perché sinora in Italia non esisteva una normativa ambientale in materia ed era la magistratura a chiarire, caso per caso, se il cittadino fosse soggetto o meno a molestia olfattiva. “Le aziende non hanno gli strumenti per effettuare le misurazioni in modo uniforme e questo crea serie difficoltà nello stabilire soglie di tollerabilità al di sopra delle quali agire in modo efficace per riportare le emissioni a un livello considerato accettabile”, ha aggiunto Raimondi ,”da oggi la Lombardia fa da apripista anche su questo versante”.